Giu 10
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L’obiettivo era quello di favorire la fuga di alcune notizie secretate, facendole apparire anzitempo sulla stampa onde sputtanare Berlusconi e costringerlo alle dimissioni: è l’ipotesi investigativa cui sta lavorando da tempo il Procuratore capo di Bari, Antonio Laudati.
La fuga di notizie, secondo gli inquirenti, avrebbe riguardato due vicende: l’affaire Patrizia D’Addario e l’inchiesta Agcom-Annozero.
In entrambi i casi, secondo Laudati, un pubblico ministero (la cui identità non è stata resa nota) e il tenente colonnello della Guardia di Finanza Salvatore Paglino (attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato), si sarebbero dati da fare per comunicare a tre giornaliste informazioni coperte dal segreto istruttorio, e riguardanti Berlusconi: è il caso, ad esempio, delle dichiarazioni rese ai magistrati da Giampaolo Tarantini, e contenute in verbali posti sotto sigillo, nelle quali si fornivano dettagli sulla partecipazione della D’Addario ad alcune cene a Palazzo Grazioli.
Secondo i magistrati, tra l’altro, i “complottardi” si sarebbero adoperati per danneggiare anche un altro politico:
“Avrebbero anche fatto circolare la notizia di un’indagine sul presidente della Regione Puglia Nichi Vendola proprio durante le primarie”.
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