Giu 10
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Era il 22 settembre del 1907, e Luigi Einaudi – che quarantuno anni dopo sarebbe divenuto Presidente della Repubblica – sul Corriere della Sera scriveva:
“La frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco”.
Non ditelo a Massimo Giannini, però.
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