Giu 10
29
Qualche giorno fa, a Napoli, si è tenuto un Gay Pride, e ad esso ha preso parte anche Paola Concia: deputata del Pd, nonché storica esponente dei movimenti gay.
Nel corso della manifestazione, ad un certo punto, la parlamentare è stata aggredita verbalmente da alcuni manifestanti di estrema sinistra, i quali, senza tanti giri di parole, l’hanno invitata ad alzare i tacchi e ad andarsene.
Il perché lo ha raccontato lei stessa:
“Mi vogliono intimidire perché sono andata a Casa Pound. Un’aggressione che non avevo mai provato ad un Gay Pride. È stato un gesto di violenza inaudita”.
“In tanti anni di manifestazioni e Gay Pride, di battaglie per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali, non mi era mai successo. Ero a Napoli con la mia compagna, che è tedesca, e anche per lei è stato scioccante. È dovuta intervenire la Digos per allontanare questo gruppo di estremisti che mi urlavano: torna a Casa Pound!”.
Per chi non lo sapesse, Casa Pound è un’organizzazione di estrema destra (o neofascista, se preferite) i cui dirigenti, alcuni mesi or sono, hanno invitato la Concia a partecipare ad una tavola rotonda per dibattere di “questione gay”.
Ancora il racconto della parlamentare del Pd:
“(…) Io sono per il dialogo, non credo alla violenza di nessun tipo e di nessun colore politico. Invece qui c’è qualcuno che non permette la libera espressione del pensione e delle idee”.
“Tutto questo è inaccettabile. Non è da Paese civile. I nostri cortei sono sempre stati degli appuntamenti per rivendicare i nostri diritti in modo pacifico. Purtroppo però, come dice Mancuso, da mesi una certa sinistra italiano volge lo sguardo dall’altra parte e stando zitta si rende complice di questi orribili episodi”.
Naturalmente, dopo l’accaduto alla Concia non sono mancati gli attestati di solidarietà. Anche se:
“(…) Dalla sinistra radicale, dai Verdi, da Rifondazione (…) non è arrivata una sola parola di condanna per questi attacchi. Vorrei che tutta la sinistra rifiutasse questa intolleranza. Io non posso avere paura di ricevere una coltellata o di essere aspettata sotto casa se vado a un convegno della destra (…)”.
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