Silvio, fa’ qualcosa di destra (e di utile per il Paese): privatizza e liberalizza

Mentre Silvio e Gianfranco litigano, il Paese continua a sprofondare: l’economia ristagna; la disoccupazione aumenta; molte – troppe – imprese seguitano a chiudere i battenti; la pressione fiscale, come un cappio, opprime famiglie ed imprenditori; i consumi stentano a risalire la china e a ritornare ad un livello accettabile. Insomma, signora mia, va di merda. E talmente tanto, che la classe dirigente di questo stramaledetto paese dovrebbe avere la decenza di occuparsi di una sola cosa: la crescita economica (come qui si dice da due anni).

E invece si parla d’altro: ad esempio della riforma della Giustizia; di cui, probabilmente, a nove italiani su dieci non frega un beneamato fico secco.

Cosa si dovrebbe fare, dunque? Niente di trascendentale, in verità: visto che governa una coalizione che ha l’ardire di definirsi di centrodestra (non ridete!), basterebbe che la medesima si desse da fare per mettere in pratica politiche economiche di centrodestra (non ridete!). E visto che al momento, per ragioni legate alla necessità di salvaguardare la tenuta dei conti pubblici, si ritiene opportuno non falcidiare le tasse, si potrebbero almeno fare due cose: liberalizzare tutto il liberalizzabile, onde agevolare la ripresa economica (e “sterilizzare“ gli effetti depressivi dei tagli previsti dalla Finanziaria); e privatizzare tutto il possibile, onde ridurre il debito pubblico (il terzo più consistente al mondo) e la spesa per interessi sul medesimo (che ammonta a circa 80 miliardi di euro l’anno).

Partiamo dalle privatizzazioni.

Il Leviatano, l’Orrida e Fetida Creatura venerata dai catto-social-comunisti (di destra come di sinistra), possiede beni e partecipazioni in società per complessivi 360 miliardi di euro. E precisamente, beni iscritti a bilancio per un valore di 49,7 miliardi (che a prezzi di mercato ne dovrebbero valere almeno 220), e quote di capitale sociale – in 2.500 imprese – per un ammontare di 140 miliardi. Cosa impedisce di dismettere parte di questo inutile “patrimonio pubblico”?

Non è dato sapere. Ciò che è certo, tuttavia, è che in qualunque parte del globo terracqueo, in questo istante, si privatizza. E a farlo sono governi di destra come di sinistra.

Il socialista massimalista Gordon Brown, giusto per fare un esempio, prima d’essere cacciato – qualche mese fa – da Downing Street, ebbe a vendersi – letteralmente – anche i ponti (e non solo). E dire che il debito pubblico del Regno Unito era – e resta – di “modesta entità” rispetto al nostro.

Su questo tema, giusto qualche giorno fa, l’economista Giavazzi – sul Corriere della Serascriveva (a proposito dell‘Italia):

I tagli alla spesa pubblica e l’aumento della pressione fiscale (salita di 3 punti nel decennio, a fronte di -2 in Germania) non sono riusciti a ridurre il debito pubblico. Alla fine degli anni Novanta, grazie alle privatizzazioni, era sceso di dieci punti, ora è risalito di 18, più che in Germania”.

Capito? Possibile che il governo in carica non faccia alcunché per ridurre il nostro debito? Possibile che nessuno nella maggioranza, a parte Fini, chieda di mettere in agenda il tema delle privatizzazioni?

Passiamo alle liberalizzazioni.

In tale ambito c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dal commercio al dettaglio alla vendita di farmaci; dalla “Grande distribuzione” alla compravendita di benzina; dal “libero saldo in libero stato” al settore dei trasporti: cinque punti di Pil in tre anni si potrebbero “liberare”.

E invece il governo se ne impipa. O peggio: in alcuni casi agisce finanche per contro-liberalizzare.

Morale della favola (a detta di Giavazzi):

Nei dieci anni prima della crisi il reddito pro capite italiano è cresciuto un punto all’anno meno che in Germania (…). Anche la nostra ripresa è più lenta: la produzione industriale tedesca è quasi tornata al livello pre crisi; in Italia rimane 15 punti più bassa.

Di questo passo la disoccupazione (soprattutto fra i più giovani) rimarrà elevata per molti anni. La mancanza di crescita si riflette nella difficoltà delle famiglie che non riescono più a risparmiare, almeno tanto quanto prima. In questo decennio il risparmio privato è sceso di 2 punti (dal 20 al 18% del reddito), mentre in Germania saliva dal 22 al 24,5%. Il risultato è che per la prima volta gli italiani cominciano a indebitarsi all’estero: quest’anno prenderemo a prestito circa 50 miliardi di euro”.

E c’è chi parla di riforma della Giustizia o di elezioni anticipate? E quest’ultime, cosa cacchio risolverebbero?

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31 Responses to "Silvio, fa’ qualcosa di destra (e di utile per il Paese): privatizza e liberalizza"

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