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Lentamente moriamo (nell’indifferenza di chi ci governa)

Tredici giorni al redde rationem, tredici giorni al D-Day; e un’unica certezza: quand’anche Berlusconi dovesse riuscire a superare indenne l’ostacolo, per il Paese nulla cambierebbe in meglio. La politica economica del suo governo, infatti, seguiterebbe ad essere pessima ed inadatta alla fase di crisi che viviamo; e a farla da padrone continuerebbero ad essere gli spot, anziché i fatti.

I numeri, d’altra parte, parlano chiaro: la crescita della nostra economia, nel terzo trimestre 2010, ha subito un forte rallentamento attestandosi ad un +0,2%, contro il +0,7% riportato nello stesso periodo dalla Germania, il +0,8% conseguito dal Regno Unito, il +0,4% ottenuto dalla Francia. A fine anno, con ogni probabilità, il nostro Pil farà registrare una crescita complessiva (per l’intero 2010) dell’1%.

Anche il nostro tasso di disoccupazione peggiora: a ottobre ha raggiunto l’8,6%, il dato più elevato dal gennaio del 2004.

Questi risultati sono interamente imputabili alla politica economica dell’esecutivo, miope e nient’affatto liberale. Una politica economica di breve periodo e respiro che non punta al risanamento vero dei conti pubblici e al rilancio dell’economia; ma solo a “passare ‘a nuttata”.

Avremmo bisogno, all’opposto, di una politica economica che risolvesse strutturalmente i nostri problemi. E che perciò mettesse in agenda due tipologie di provvedimenti: privatizzazioni per ridurre in valore assoluto lo stock di debito e l’onere rappresentato dal pagamento degli interessi sul medesimo; e liberalizzazioni onde rilanciare l’economia e facilitare il riassorbimento della disoccupazione. Ma, ahinoi, Tremonti pensa ad altro (a misure recessive come il Federalismo fiscale); e quando sente parlare di privatizzazioni e di liberalizzazioni, neanche fosse un bolscevico, storce il naso (guardate questo video dal minuto 1.20).

E pensare che grazie a questo tipo di politiche, la Polonia, nel 2009, è stata l’unica nazione europea a registrare una crescita di quasi il 2%; e si prepara a chiudere il 2010 con aumento del Pil di oltre il 3%.

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9 Comments on “Lentamente moriamo (nell’indifferenza di chi ci governa)”

  1. Luca Bocci Says:

    Articolo molto ben fatto ed ampiamente condivisibile.

    Manca però una componente di riforme fondamentale per il paese: la drastica riduzione della burocrazia statale, da ottenersi tramite la privatizzazione (SERIA) di tutte quelle funzioni non essenziali dello stato o l’eliminazione di controlli dovuti ad eccessiva regolamentazione centralista.
    Senza la deregulation, le liberalizzazioni non potranno mai funzionare.
    La vera palla al piede del paese sono le legioni infinite di burocrati incompetenti e nullafacenti il cui unico scopo sembra essere quello di rendere la vita impossibile a chi vuol fare impresa o lavorare in proprio.
    Insomma, meno stato, quindi meno tasse, più responsabilità personale e libertà per gli individui. Una ricetta che ha funzionato ovunque sia stata applicata in maniera seria.

  2. enzo Says:

    se ci troviamo in questa situazioni lo si deve a persone che amano definirsi “responsabili” e di conseguenza fanno giochi di potere per poter ambire allo scranno di palzzo chigi tanto è vero che se da un lato si chiedono le dimissioni di silvio dall’altro ci si accontenterebbe anche di un tremonti premier ( tremonti artefice di questa linea economica tanto criticata dalle opposizioni ) il che è alquanto incoerente!
    inoltre non si capisce perchè non si vuol rispettare la volonta del popolo il quale ha deciso che questo è il governo che deve governare
    dopodichè si può contestare,non essere d’accordo, ma si può anche proporre e fini & company potrebbero presentare un ddl di riforma del fisco cosi da mettere il governo di anticipare la riforma del fisco su cui sono iniziati già i confronti con le parti sociali….anche perchè baldassari è un ottimo parlamentare con ottime idee.
    Invece non si capisce come mai il “DISINTERESSATO” fini continui a proporre soltanto una legge elettorale…..forse con una nuova legge elettorale risolveremmo tutti in nostri problemi???

  3. Luca Says:

    La vedo male, molto male per la nostra economia.

  4. camelot Says:

    Risposta ad enzo:
    Enzo, parli di cose di cui non sai un’acca! Se vuoi buttarla in “politichetta”, facciamolo (fermo restando che il sottoscritto contesta la pessima politica economica del governo da quando è iniziata la legislatura, e niente c’entra la querelle Fini-Berlusconi). Fini, dalla Direzione Nazionale del Pdl (quella dello scontro con Berlusconi) in poi, ha sollevato la questione delle riforme economiche (l’ultima volta lo ha fatto a Bastia Umbra): liberalizzazioni; privatizzazioni; innalzamento dell’età pensionabile; abolizione delle Province e via discorrendo. Gli è stato risposto picche! Al governo in carica non frega un beneamato fico secco delle riforme di sistema, non interessa innanzitutto a Tremonti che è un socialista, una persona di sinistra; uno che, in qualunque paese al mondo, starebbe a sinistra. Abbiamo uno stato pachidermico, e con le Finanziarie di Tremonti ci si è limitati a ridurre il tasso di crescita della spesa pubblica, i suoi tendenziali futuri, e non la si è ridotta in valore assoluto (tanto è vero ch’essa continuerà a crescere di 26 miliardi).
    Ti faccio presente, giusto per parlare di “politichetta”, che dall’inizio della legislatura, per ben due volte, il finiano Baldassarri ha presentato una contro-Finanziaria per ridurre spesa pubblica e tasse; e Tremonti ha risposto che i tagli ch’egli suggeriva, al comparto Sanità, erano da macelleria sociale.
    Il problema, come ho detto centinaia di volte su questo modesto blog, è che il centrodestra è, in realtà, una coalizione di centrosinistra moderato! Niente ha a che vedere con la destra propriamente detta! Niente! E siccome comandano Tremonti, Bossi e Berlusconi, la colpa è loro, non di altri!

  5. camelot Says:

    Risposta a Luca Bocci:
    Assolutamente d’accordo.

  6. camelot Says:

    Risposta a Luca:
    Anch’io….

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