Tremonti usa l’argomento crisi per non ridurre le tasse e boicottare Silvio

Ne avevamo parlato qualche giorno fa: Berlusconi e Tremonti sono ai ferri corti. Il premier, infatti, teme che il suo ministro dell’Economia voglia sfilargli da sotto le terga la cadrega da primo ministro. Non a caso, è il suo pensiero, si ostina a chiedere le elezioni anticipate pur sapendo che se si andasse al voto il centrodestra non otterrebbe la maggioranza al Senato: ‘sto brutto stronzo, pensa Silvio. In questo modo, infatti, Giulio avrebbe forti chance d’essere indicato quale Presidente del Consiglio di un esecutivo di larghe intese; e Silviuccio nostro, in quattro e quattr’otto, si troverebbe ad essere detronizzato come un Prodi qualsiasi.

Come se non bastasse, il tributarista di Sondrio ha deciso di rovinare i piani mirabolanti del satiro di Arcore: questi vorrebbe allargare all’Udc la propria maggioranza, e per farlo sarebbe disposto – incredibile dictu – ad attuare il programma elettorale grazie al quale ha vinto le elezioni, nella parte in cui esso prevede l’introduzione del quoziente famigliare (molto caro a Casini) e la cedolare secca sugli affitti. Solo che il conto dell’operazione, a quanto riferisce Libero stamane, ammonta a 15,5 miliardi di euro (12 per il quoziente famigliare e 3,5 per la cedolare). E Giulio non è disposto ad allargare i cordoni della borsa (o a tagliare, questa volta per davvero, in modo strutturale la spesa pubblica improduttiva). D’altra parte, c’è pur sempre già da finanziare il costosissimo Federalismo fiscale del caro Umberto.

Morale della favola: Silvio prova a sopravvivere e ad opporsi al destino cinico e baro che da mesi lo tiene sulla graticola; Giulio, invece, con estrema perfidia – raffinata quanto quella di un meridionale -, gli complica – un giorno sì e l’altro pure – l’esistenza, spingendolo quotidianamente verso il precipizio.

In quest’ottica va letta la sua sortita di oggi: la crisi è ancora viva e vegeta; non possiamo abbassare la guardia; quando pensiamo di aver superato un problema, neanche si giocasse a Resident Evil, ne affiora un altro anche peggiore del precedente. E insomma, questo il messaggio che Giulietto ha oggi recapitato a Silvio, scordati di ridurre le tasse e non rompere i coglioni.

Per quanto ancora potremo andare avanti così?

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10 Responses to "Tremonti usa l’argomento crisi per non ridurre le tasse e boicottare Silvio"

  • daniele burzichelli says:
  • ~jm says:
  • camelot says:
  • camelot says:
  • Luca says:
  • angelo d'amore says:
  • camelot says:
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