Caso Ruby, i fatti

Che Berlusconi faccia sesso mercenario con molteplici donne, è questione che al sottoscritto non interessa: chiunque, purché non commetta illeciti, può disporre della propria esistenza come meglio crede. Vale, oggi, per il satiro di Arcore (e per le etère che con lui sono solite giacere); valeva ieri per Piero Marrazzo e ancor prima per Silvio Sircana. Gli atti capitalistici tra maggiorenni consenzienti sono sempre legittimi (per dirla à la Antonio Martino). Naturalmente, se un politico che va a battone viene però colto con le mani nella marmellata, dovrebbe avere il buongusto di rassegnare le dimissioni: visto che espone sé e il Paese al pubblico ludibrio.

Ciò premesso, la vicenda riguardante Ruby Rubacuori è diversa da altre di analogo tenore (si pensi al caso D‘Addario); e per una palmare ragione: questa volta, infatti, Silvio sarebbe andato a letto con una minorenne (lautamente remunerata per questo). E ciò integra un reato. Ragion per cui si deve pesare la faccenda in modo differente.

La questione, però, è un’altra: esistono prove del fatto che i due abbiano copulato? E soprattutto, Berlusconi, quando si sarebbe intrattenuto con lei, era consapevole che Ruby fosse minorenne?

Partiamo da quest’ultimo punto.

A detta di Gianni Barbacetto (Il Fatto Quotidiano), Silvio ne era a conoscenza:

(…) Minetti qualche mese dopo è al telefono proprio con Silvio Berlusconi e, fedele al suo mandato, lo informa di un nuovo pericolo: Ruby è stata interrogata a Genova da un magistrato arrivato da Milano (è l’aggiunto Pietro Forno). Il presidente del Consiglio le risponde e le dice che non è allarmato, che non c’è da preoccuparsi. “Non importa, tanto non potranno mai dimostrare che io sapevo che è minorenne”. Così dice il presidente. Peccato che la sua voce rimanga registrata nei file degli investigatori della Procura di Milano. Certo: il presidente del Consiglio non può essere intercettato. Ma a essere controllati erano i telefoni di Nicole Minetti (…)”.

I pubblici ministeri, dunque, avrebbero in mano un’intercettazione telefonica che prova che Berlusconi fosse a conoscenza della minore età di Ruby quando questa frequentava la sua dimora.

Sempre su questo argomento, Luca Fazzo de Il Giornale scrive:

(…) Dice la Procura, il premier era consapevole di avere davanti a sé una ragazza che non aveva ancora diciott’anni: lo dimostrerebbe più di una delle conversazioni intercettate tra gli ospiti di villa San Martino. E sarebbero le stesse intercettazioni a convincere la Procura che – checché ne dica Ruby – gli «atti sessuali» avvennero (…)“.

Passiamo oltre.

Esistono prove dei congiungimenti carnali tra i due?

Qui la faccenda si fa più complicata. Gli inquirenti, infatti, pare possano provare, grazie a taluni controlli fatti sul suo cellulare, solo questo: la giovane marocchina è stata a casa del premier numerose volte, e in taluni casi vi si è trattenuta anche la notte.

Lo racconta, al pari di altri giornalisti, Piero Colaprico (La Repubblica):

(…) Lei è stata ad Arcore almeno in quattro occasioni. La prima, quella del 14 febbraio, giorno di San Valentino, con il regalo di un abito da sera, e con Emilio Fede come accompagnatore, era nota. Ma i magistrati Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano hanno scoperto che, in varie occasioni di feste, la ragazza è stata invitata ad Arcore. La più clamorosa è quella del lungo week end della Liberazione. Il cellulare di Ruby viene agganciato dalla cella satellitare di Arcore il 24, 25 e 26 aprile, in un continuum. Il premier era a Milano. Il 24 alla Scala con il presidente Giorgio Napolitano e aveva detto ai cronisti: “Sono radioso”. Il giorno dopo aveva mandato un videomessaggio ed era andato ad accogliere Vladimir Putin, premier russo, all’aeroporto, portandolo poi ad Arcore per una “cena informale”. In quel momento ad Arcore c’era anche Ruby”.

E ancora:

Sull’innocenza di questi inviti a Ruby – era là anche a Pasqua e Pasquetta e il Primo maggio – i pm dubitano moltissimo, e avrebbero acquisito vari elementi sia sul tipo di feste che si tenevano ad Arcore, a beneficio esclusivo del padrone di casa, sia sulle varie ragazze che andavano là, non raramente inviate da Lele Mora (…)”.

In riferimento a quest’ultimo punto, poi, gli investigatori scrivono:

«I contenuti delle dichiarazioni testimoniali rese da Kharima El Mahmoud (si tratta di Ruby, ndr) il 2, il 6, il 22 luglio e il 3 agosto 2010 e il complesso degli atti di indagine compiuti fanno ritenere che Nicole Minetti, in concorso con Emilio Fede e Lele Mora nonché in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni e della minore Karima, individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ultimo, nonché gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell’attività di prostituzione svolta. La stessa minore il 3 agosto ha dichiarato che alcune delle giovani donne che partecipano ai suddetti eventi ricevono in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati a Milano Due».

Infine, a detta de il Corriere della Sera:

(…) Emergono da atti pubblicati su alcuni quotidiani ulteriori particolari della vicenda dei presunti festini a luci rosse, così come è stata ricostruita dagli inquirenti e dagli investigatori milanesi. Sul Messaggero torna il tema degli incontri sessuali che il premier avrebbe avuto con Ruby: incontri negati dalla ragazza agli inquirenti, ma confermati da «almeno un paio di amiche» della ragazza, che avrebbero ricevuto le confidenze della stessa Ruby (…)”.

Questo è quanto (per ora).

Da leggere anche: «Ruby ad Arcore fino all’alba». Diario dal cellulare.

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27 Responses to "Caso Ruby, i fatti"

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