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Caso Ruby, la Procura di Milano non ha ancora calato l’asso contro Silvio

Le 389 pagine approdate alla Commissione per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati sono solo l’antipasto: la Procura di Milano, infatti, avrebbe ben altro in mano. E di molto più compromettente per Silvio.

A quanto riferisce Gianluigi Nuzzi, sempre ben informato ed attendibile, gli inquirenti meneghini sarebbero in possesso di un altro corposo dossier per incastrare il Cav.: mille pagine, per ora secretate, contenenti le trascrizioni di numerose conversazioni telefoniche intercorse tra il premier (ed altri parlamentari) e le “conigliette di Arcore”.

La Procura, in questa fase, avrebbe deciso di tenere coperte queste carte perché convinta di riuscire ad ottenere il giudizio immediato anche solo grazie alle prove sin qui esibite. E solo quando avrà maturato l’intenzione di sferrare il colpo ferale, le depositerà agli atti. In che modo, però, è difficile prevedere. Come scrive, infatti, Nuzzi:

(…) Il deposito di quelle conversazioni potrebbe determinare effetti dirompenti. Ma che fine faranno, verranno depositate a conclusione delle indagini o finiranno in un procedimento stralcio? Con il giudizio immediato il pm è infatti obbligato a depositare tutte le prove a carico dell’imputato ma potrebbe verificarsi quanto già visto con Mani pulite: dal fascicolo principale via via vengono stralciati e mandati a processo i vari tronconi giunti a maturazione. Ecco, sul futuro di questo materiale detonante manca quindi una risposta univoca. Per un solo motivo: ancora non si è deciso (…)”.

Non solo.

Non è da escludersi che queste intercettazioni – il cui utilizzo dovrebbe essere autorizzato dalla Camera d’appartenenza del premier – possano essere impiegate per finalità extra-giudiziarie; come avvenne, giusto per intenderci, con le conversazioni captate tra Berlusconi e Agostino Saccà: diffuse in Rete e rese di pubblico dominio in spregio alla legge e al dettato della Carta.

In ogni caso, che gli investigatori, oltre alle ormai famose 389 pagine, abbiano dell’altro in mano, lo ha fatto capire lo stesso procuratore capo di Milano, Bruti Liberati: “Permettetemi che queste prove le tenga per me”.

Intanto, esaminando i Pc di alcune partecipanti ai festini berlusconiani, gli inquirenti sarebbero riusciti a trovare 30 foto (lo racconta oggi Nuzzi su Libero) – definite “molto interessanti” – scattate in quel di Arcore: in esse sarebbero ritratti il premier e diverse sue ospiti alquanto “su di giri“. È probabile, inoltre, che nei telefonini o nei Pc delle ragazze vengano rinvenuti anche video delle serate arcoriane (Fabrizio Corona, da molti mesi a questa parte, ripete che ne esistono molteplici).

Va aggiunta un’ultima cosa, prima di terminare.

Ieri, uno dei legali storici del premier nonché parlamentare del Pdl, Gaetano Pecorella, ha rappresentato la necessità di intervenire legislativamente per portare la maggiore età da 18 a 16 anni.

Ecco, suggerimenti come questo, più che ad aiutare il Cav., servono a farlo apparire colpevole agli occhi dell’opinione pubblica.

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11 Comments on “Caso Ruby, la Procura di Milano non ha ancora calato l’asso contro Silvio”

  1. valerio Says:

    L abomba non è ancora scoppiata….
    vedremo!

  2. camelot Says:

    Risposta a valerio:
    A quanto pare è così…

  3. Carlo Andrea Says:

    Quindi fino ad ora sono scoppiati solo petardi. La bomba H deve ancora deflagrare

  4. camelot Says:

    Risposta a Carlo:
    Sì. D’altra parte qui si è definito le 389 pagine come una pistola giocattolo.

  5. Gianluca Says:

    @Camelot, ma è possibile pensare ad un centrodestra oltre Silvio? leggi questo post: http://www.pierferdinandocasini.it/2011/01/24/nec-plus-ultra-berlusconi/

  6. camelot Says:

    Risposta a Gianluca:
    Appena mi sarà possibile lo farò…

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