L’Ordine dei pennivendoli intervenga contro Peter Gomez per violazione della Carta dei Doveri del giornalista

Come sanno quelli che leggono abitualmente questo blog, qui si ritiene che il governo Berlusconi dovrebbe andarsene a casa: in primo luogo, perché ha disatteso nove promesse elettorali su dieci; in secondo luogo, perché nulla sta facendo per affrontare la grave crisi economica che si è abbattuta anche sul nostro paese. Difenderne l’operato, dunque, è l’ultima cosa che passi per la testa a chi qui scrive.

Ciò premesso, siccome siamo liberali, e le violazioni dei principi dello stato di diritto e della nostra Carta ci fanno girare le palle, non possiamo tollerare taluni attacchi che vengono mossi all’esecutivo in carica e che integrano, appunto, una violazione dei succitati principi.

È il caso, com‘è facile appurare, dell’offensiva lanciata oggi dal giornale nazifascista Il Fatto Quotidiano contro il neo ministro Francesco Saverio Romano. Il quale è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Una fattispecie grave, gravissima, non c’è dubbio. Come non è in discussione il fatto che Berlusconi, per mere ragioni di opportunità politica, avrebbe dovuto evitare di imbarcarlo nel governo.

E però, si dà il caso che il pm che ha avviato l’inchiesta contro Romano, ne abbia richiesto l’archiviazione (anche se per ora il gip non l’ha accolta). Così come si dà il caso che la nostra Costituzione, quella di cui si riempiono la bocca i Dioniso – nell’accezione che ne dava Malaparte – come Travaglio, al secondo comma dell’articolo 27, stabilisca che:

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. E Romano, non essendo stato rinviato a giudizio, non è nemmeno un imputato. È un semplice indagato.

Così come, ancora, si dà il caso che la Carta dei Doveri del giornalista, statuisca:

Il giornalista rispetta sempre e comunque il diritto alla presunzione d’innocenza”.

In tutti i casi di indagini o processi, il giornalista deve sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva e non deve costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo”.

Ecco, a rigor di logica, chi viola queste norme dovrebbe essere cacciato a calci in culo fuori dall’Ordine dei giornalisti.

La questione, allora, è questa: è mai possibile che il summenzionato Ordine non faccia alcunché contro Peter Gomez, direttore della versione online de Il Fatto Quotidiano?

Com’è facile constatare, infatti, il titolo che oggi ha scelto per l’apertura del sito qualifica Romano come amico dei mafiosi. Senza che una sentenza passata in giudicato l’abbia stabilito. Il che è una vergogna!

Siccome non è la prima volta che fa cose del genere, ci si chiede: dov’è l’Ordine dei giornalisti? Cosa cacchio fa? Perché non interviene?

E soprattutto, se tutto questo è legittimo, allora da oggi possiamo definire Marco Travaglio – vice direttore de Il Fatto – quale amico dei mafiosi, visto che ha trascorso più d’una estate in compagnia di una persona che, in seguito, si è trovata ad essere condannata per favoreggiamento della Mafia?

(…) 8 agosto del 2002. Marco telefona a Pippo. Gli chiede di occuparsi dei “cuscini”. Marco e Pippo sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un’ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l’avvocato di Michele Aiello (…).

Michele Aiello, ingegnere, fortunato impresario della sanità siciliana, protetto dal governatore Totò Cuffaro (che, per averlo aiutato, beccherà 5 anni in primo grado), è stato condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pippo è Giuseppe Ciuro, sottufficiale di polizia giudiziaria, condannato a 4 anni e 6 mesi per aver favorito Michele Aiello e aver rivelato segreti d’ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Marco è Marco Travaglio“ (Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica, 14 maggio 2008).

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32 Responses to "L’Ordine dei pennivendoli intervenga contro Peter Gomez per violazione della Carta dei Doveri del giornalista"

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