Prescrizione breve e “processo lungo”: due provvedimenti ignobili. Come l’abbassamento dell’età pensionabile e l’incremento delle tasse deliberati da Prodi

Certa sinistra italica

Come noto, la maggioranza parlamentare sta lavorando incessantemente a due provvedimenti: la prescrizione breve e il cosiddetto “processo lungo”. Con la prima s’intende far sì che nei procedimenti a carico degli incensurati abbiano a prevalere, più di quanto non accada oggi, le “attenuanti generiche” rispetto alle “aggravanti”; dimodoché abbiano a ridursi, passando da 1/4 ad 1/6 della pena edittale, i termini di prescrizione dei reati da essi commessi. Facciamo un esempio concreto: se oggi un reato con pena edittale di 12 anni si prescrive in 15 anni (12 + 1/4 di 12 = 12+3 = 15), domani, per effetto della succitata norma, il medesimo reato, se commesso da un incensurato, si prescriverà in 14 anni (12 + 1/6 di 12 = 12+2 = 14).

Con il secondo provvedimento, il cosiddetto “processo lungo”, invece, s’intende far sì che la difesa di un imputato possa chiamare a deporre, a favore del proprio assistito, quanti testimoni essa voglia (in modo che i tempi del processo si dilatino e più facilmente si arrivi alla prescrizione); e che in un processo non si tenga conto di quanto statuito, in danno dell’imputato, in sentenze (passate in giudicato) di altri procedimenti.

Il combinato disposto di queste due misure, è inutile nasconderlo, produrrebbe effetti devastanti sulla nostra giustizia; e, in più, grazierebbe Berlusconi cancellandone, di colpo, ogni residua grana giudiziaria (ad eccezione del processo Ruby): che poi è l’unica ragione per cui il Parlamento stia lavorando per approvare alacremente le due norme in oggetto. Naturalmente, se dovessero divenire leggi della Repubblica, ciò non verrebbe fatto in nome e per conto del sottoscritto e dei tanti che hanno votato Berlusconi con le migliori intenzioni, e non certo per consentirgli di fabbricarsi leggi ad personam. Questo è poco ma certo.

Ciò detto, nei sistemi democratici, il Parlamento è legittimato a varare ogni tipo di legge purché non confligga con i principi costituzionali. E se una data maggioranza vota una norma ignobile e dagli effetti sciagurati, sarà il popolo sovrano, se lo ritiene necessario, a punirla scegliendone un’altra nelle urne. Questo avviene nei sistemi democratici.

Nei Regimi che piacciono ai fascisti, ai comunisti e agli azionisti, di contro, il Popolo non conta una mazza e il Sommo Giudizio sull’operato di un governo o di una maggioranza parlamentare è esclusiva spettanza di un’autoproclamatasi Elite di Virtuosi (quasi sempre costituita unicamente da onanisti). La quale, se ritiene, può minacciare qualsiasi tipo di ritorsione contro il governo o la maggioranza; ed arrivare all’uso della violenza fisica. Ad appoggiare questo tipo di Regimi, ma dovrebbe essere inutile sottolinearlo, è gente come Maicol Travaglio, Ezio Mauro, Pippa Grillo, Totonno Di Pietro, Giorgio Bocca e varia ed altra fascista umanità (o recaille). Della quale, ovviamente, alle persone anche solo minimamente intelligenti e colte, oltreché democratiche, non frega una beneamata fava.

Assodato anche questo, e giusto per par condicio, fa d’uopo, a questo punto, considerare due provvedimenti – ma molti altri se ne potrebbero citare -, varati dal centrosinistra nella scorsa legislatura e, ahinoi, ancora in vigore; e che, senza ombra di dubbio, rappresentano un’autentica vergogna non meno delle due succitate norme ad personam (che, se non altro, non sono ancora operative): il primo, è l’aumento di tre punti percentuali della pressione fiscale accompagnato dall’inasprimento del carattere progressivo del nostro sistema tributario (e dal passaggio dalle “deduzioni dall’imponibile” alle “detrazioni dall’imposta” per i carichi familiari: una delle principali cause della “proletarizzazione“ del ceto medio); il secondo, è la riduzione dell’età pensionabile che ha consentito agli infanti, unico caso in Occidente, di andare in quiescenza a 58 anni.

Valutiamone gli effetti solo per sommi capi (per ragioni di brevità).

A causa del primo “provvedimento-vergogna”, l’Italia è entrata in recessione prima di qualunque altro paese al mondo, nel secondo trimestre 2008; e ha visto crescere la propria disoccupazione già a partire dal primo trimestre di quello stesso anno. Dunque prima che la grande crisi economica, ancora in atto, dispiegasse i propri venefici effetti.

Ecco, siccome quando si parla di recessione e di disoccupazione, si parla di persone in carne ed ossa che finiscono in mezzo ad una strada a fare la fame, a chiedere l’elemosina, non penso che ciò che produca tali risultati possa essere valutato con indulgenza; o suscitare minore riprovazione rispetto ad altro. Eppure, gli eunuchi vessilliferi dell’indignazione un tanto al chilo, non mi pare abbiano mai pronunciato improperi o lanciato monetine all’indirizzo di Prodi, Bersani, Vendola e Di Pietro. Evidentemente alla Elite dei Virtuosi, dei poveri cristi non frega un cazzo (sai che scoperta).

Passiamo alla seconda “legge-vergogna”: la controriforma delle pensioni.

Bene, il provvedimento in questione, costato complessivamente 10 miliardi di euro a noi tutti, è stato finanziato, in parte, mediante incremento del prelievo contributivo a carico dei lavoratori precari (giovani).

Ora, mandare un padre in pensione in “età scolare”, a 58 anni, togliendo soldi dalla busta paga del figlio lavoratore precario, è quanto di più immorale e vergognoso si possa concepire sulla faccia della Terra. Mandare un paparino in pensione in “età scolare”, a 58 anni, sapendo per di più che questo impedirà al figlio di potervi mai accedere, è una roba da pezzi di merda senza pari.
D’altra parte, se l’età media aumenta, non è mica colpa dei figli; che si spera non vengano messi al mondo al solo scopo di pagare vetusti privilegi ai genitori. Si spera.

Ecco, anche in questo caso: dov’erano gli avanguardisti dell‘indignazione un tanto al chilo, quando Prodi, Bersani, Vendola e Di Pietro s’accingevano a stuprare il futuro di milioni di giovani approvando quella legge-vergogna?

Ezio Mauro, questo lo sappiamo per certo, era intento, more solito, ad evadere il Fisco. Ma gli altri? Erano a lanciar monetine? Come quando gli ex Pci si fabbricarono una bella amnistia per non finire al gabbio a causa dei finanziamenti illeciti che avevano percepito dall’Urss? O come quando Prodi, nel ‘97, si cucì addosso una bella legge ad personam per depenalizzarsi il reato per cui, guarda caso, risultava indagato?

Sicuramente.

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21 Responses to "Prescrizione breve e “processo lungo”: due provvedimenti ignobili. Come l’abbassamento dell’età pensionabile e l’incremento delle tasse deliberati da Prodi"

  • Luca says:
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