Mag 11
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Poi ci si lamenta che la gente non va a votare. Che si disinteressa della politica e della cosa pubblica. Sfido io: siamo nel Terzo Millennio e i partiti che fanno? Invece di dare spazio ad esponenti illuminati della società civile, a portatori d’istanze liberali e modernizzatrici, candidano vessilliferi di ideologie vetuste, venefiche e fallimentari. Persone le cui idee non solo hanno già prodotto morte, nei terribili Anni di Piombo, ma per di più hanno ispirato le politiche che sono la ragione prima dell’arretratezza economica e sociale del nostro paese. E del suo immenso debito pubblico (il primo in Europa, per consistenza, ed il terzo al mondo).
Tutto questo accade a Napoli. Dove nella lista elettorale a sostegno di Gianni Lettieri, candidato Sindaco per il centrodestra, spunta un esponente – con simpatie per Hitler – dell’organizzazione neofascista denominata Casa Pound. La quale, è bene sottolinearlo, ha posizioni, in materia economica, in tutto e per tutto eguali a quelle di Rifondazione comunista: dal “salario minimo garantito” alla lotta contro la flessibilità nel mercato del lavoro; dal “mutuo sociale” per regalare una casa a tutti, a spese di Pantalone, all’avversione nei confronti delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni; dal sostegno all’interventismo statuale in economia alla lotta ai ricchi (che vanno fiscalmente ancor più torchiati, onde ottenere risorse da devolvere ai meno abbienti). Cosa possa mai avere a che fare codesta organizzazione con un partito – il Pdl – che si dice liberale, Dio solo lo sa. Una cosa è certa, tuttavia: difficilmente la borghesia partenopea potrà mai premiare un partito al cui interno militi gente di tale infimo livello e il cui analfabetismo politico è totale. Ma la feccia è presente anche altrove.
Il nazicomunista candidato alla poltrona di primo cittadino in quota Italia degli Afrori, Loigino De Magistris, infatti, ha ottenuto l’appoggio di una organizzazione bolscevica di matrice extraparlamentare: i Comitati d’appoggio alla resistenza per il comunismo (CARC). Il cui obiettivo, come si legge nel loro sito, è: “ricostruire il partito comunista, prima grande tappa sulla via della rivoluzione socialista nel nostro paese“, al fine di “appoggiare e promuovere la difesa di ogni conquista delle masse popolari, indirizzando ogni lotta di difesa verso l’attacco all’attuale regime della borghesia imperialista“. E per combattere quest’ultima, il movimento non disdegna nemmeno il ricorso ad atti intimidatori: come la schedatura (su un apposito sito web, denominato “caccia allo sbirro”) di alcuni agenti della Digos e della Polizia di stato in servizio a Bergamo, Milano, Bologna e Napoli; a seguito della quale, nel dicembre 2010, taluni sui militanti sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di istigazione a delinquere.
Ribrezzo.
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