Mag 11
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Avevamo già accennato alla cosa, qualche tempo fa.
Napoli rischia di passare dall’emergenza munnezza all’emergenza feccia. E questo perché, tra le altre cose, Lettieri ha avuto la pessima idea di candidare al Consiglio comunale un rappresentante del movimento neofascista denominato Casa Pound; mentre De Magistris, addirittura, ha piazzato in lista una dirigente nazionale dei Comitati d’appoggio alla resistenza per il Comunismo (Carc), Fabiola D’Aliesio. Raccapricciante.
C’era sfuggito un dettaglio non di poco conto, tuttavia: tanto i Carc quanto la D’Aliesio, infatti, hanno procedimenti penali a carico. I primi, per una cosetta da niente (che volete che sia): associazione sovversiva con finalità di terrorismo, per aver dato vita ad un sito, Caccia alla sbirro, il cui scopo, sostengono gli inquirenti, era quello di schedare e tenere “sotto controllo” agenti della Polizia e della Digos, come usava ai tempi delle BR e degli Anni di Piombo; la seconda, che tra l’altro di quel sito era stata una delle ideatrici, invece, è imputata – in un altro processo – per “favoreggiamento nella compravendita di voti e offesa al prestigio della magistratura“.
Ora, noi, che al contrario di altri siamo democratici e liberali, riteniamo che la D’Aliesio e i suoi compari, come statuisce la Costituzione, siano innocenti fino a prova del contrario. Ma noi, appunto, siamo democratici e ossequiamo la Carta.
Non altrettanto può dirsi per il peggior ex pubblico ministero ed inventore di teoremi giudiziari della storia patria; per l’egotista affetto da disturbo narcisistico della personalità; per il fruitore abituale di guarentigie che gli garantiscono l’impunità processuale; per il dirigente politico che a chiacchiere combatte la camorra e poi nulla dice o fa contro i presunti camorristi iscritti al suo stesso partito. Insomma: per Loigino De Magistris. Il quale, fottendosene del dettato costituzionale, ritiene equivalga ad una condanna definitiva anche solo un avviso di garanzia.
E allora ci si chiede: come mai ha candidato l’imputata D’Aliesio? Perché voleva dimostrare, una volta ancora, d’esser null’altro che un cialtrone?
Non era necessario. Lo sapevamo già.
«Al codice penale dei padroni dobbiamo contrapporre il principio “è legittimo tutto quello che serve agli interessi delle masse popolari, anche se illegale!”» (Carc).