Set 11
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Qualche giorno fa, su Twitter, mi chiedevo: “Di quanti miliardi crescerà la spesa corrente per effetto della manovra correttiva?”. “A fornire la risposta” – aggiungevo – “provvederà di certo, e quanto prima, Mario Baldassarri”. Ed è quanto è avvenuto stamane.
Il Presidente della Commissione Finanze del Senato, nonché professore universitario ed economista di chiara fama, infatti, su Libero ha svelato l’arcano: la manovra economica, che il Parlamento s’accinge ad approvare, prevede 100 miliardi di tasse in più rispetto al 2010, 75 dei quali per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 e 25 che, sommati agli 11 tagliati in investimenti, servono a finanziare un aumento della spesa corrente di 36 miliardi.
A scanso di equivoci, riporto anche le parole precise di Baldassarri:
«(…) E così è stata varata la “seconda manovra” di Ferragosto che anticipa l’azzeramento del deficit al 2013, da ottenersi con 100 miliardi di tasse in più rispetto al 2010, 75 dedicati a far passare il deficit da -71 nel 2010 a +4 nel 2013 e gli altri 25 destinati a finanziare aumenti di spesa corrente per 36 miliardi con taglio degli investimenti per 11 miliardi. Si potrebbe dire: “come la prima (manovra, quella di luglio, ndr), peggio della prima (…)”».
Si chiama: “tassa e spendi”. Ed è la politica prediletta dalla sinistra. Si aumentano le tasse con la scusa di dover risanare i conti pubblici e, invece, si usano i soldi incamerati dalle nuove imposte per incrementare la spesa corrente, ovvero il peso dello stato.
Una vergogna. Un’autentica presa per i fondelli.