Ott 11
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Mario Adinolfi, il pokerista prestato alla politica, oggi ha scritto cose abbastanza condivisibili sulla manifestazione dei cosiddetti Indignados; il che è molto strano, visto che è un cattocomunista:
“Analisi conformiste
Mentre arriva la giusta ondata repressiva sugli ambienti che hanno scatenato gli scontri di sabato a Roma, sia consentito provare una riflessione fuori dalle righe, compiuta a freddo dopo aver analizzato per tre giorni profili Facebook e luoghi del web abitualmente frequentati dai giovani dell’area cosiddetta antagonista. Bisogna partire da un dato: le analisi a caldo hanno dimostrato una quantità sospetta di conformismo e uniformità.
Si poteva leggere Calabresi sulla Stampa, piuttosto che Cazzullo sul Corriere della Sera e persino Scalfari su Repubblica per trovare la stessa identica pappardella: si è manifestato in tutto il mondo, ma ci siamo fatti riconoscere solo in Italia, peccato per la bella manifestazione rovinata da una infima minoranza di violenti idioti. Non sono d’accordo, non è andata così.
Una manifestazione cretina
Intanto, non era una bella manifestazione. Era una manifestazione sostanzialmente cretina per metodo e obiettivi, ancorata a modelli rivendicativi del secolo scorso (riverniciati, ma del secolo scorso), infarcita di Cobas e rifondaroli di tutti i comunismi estremi possibili.
C’era ovviamente anche molta gente in buona fede, ma la piattaforma politica “contro le banche e i banchieri”, Draghi e la Bce, era ingenua e stupida.
Se quei giovani “indignati” vedessero applicate le ricette che la manifestazione propugnava, in tre settimane staremmo come in Grecia” (Mario Adinolfi, continua su Europa.it).
Grossomodo quanto, a caldo, si era detto qui.