Sprechi pubblici

Seconda puntata.

La spesa pubblica, ha dichiarato qualche giorno fa quel gran burlone del responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, non ètutta sprechi”. Senz’altro.

Si prenda, ad esempio, Nichi Vendola.

Il Nostro, come noto, è un amministratore pubblico assai coscienzioso; di quelli che, quando c’è da spendere i quattrini del contribuente, lo fanno con estrema oculatezza e nell’interesse esclusivo dello stesso. Infatti, qualche tempo fa, ha ritenuto opportuno spendere 87 milioni di euro per qualcosa di assolutamente indispensabile: una nuova e faraonica sede che ospitasse le riunioni degli assessori e dei consiglieri regionali pugliesi. Come biasimarlo.

Allo stesso modo, nel novembre scorso e con apposita “determina”, ha deciso fosse necessario dotare i consiglieri e gli assessori di uno strumento senza il quale, e come dubitarne, essi non avrebbero avuto modo di adempiere il proprio mandato: l’iPad. Il tutto alla ragionevole cifra di 45.000 euro. Avercene di amministratori come Vendola.

Ma la spesa pubblica non è “tutta sprechi”. Per carità.

Facciamo un tuffo nel passato e consideriamo il governo presieduto dal democristiano Mariano Rumor, e sostenuto da socialisti, socialdemocratici e repubblicani (oltre che dalla Dc).

Nell’anno Domini 1973, esso ebbe ad approvare una leggina gustosissima che stabilì quanto segue: le insegnanti e le dipendenti pubblici, con figli a carico, da quel momento sarebbero potute andare in pensione dopo soli 14 anni di lavoro (ai loro colleghi maschi, invece, era già stato consentito di andarvi dopo 19 anni).

Questa leggina è rimasta in vigore fino al 1992 e ha permesso a molte donne di andare in quiescenza addirittura all’età di 29 anni.

Non lo trovate sublime? No?

Avete ragione. Manca il dettaglio più importante.

Buona parte di queste persone è ancora in vita. Sono 535.752 (secondo l’Inps e l’Istat) e mantenerle ci costa 9,45 miliardi l’anno.

Ricapitolando. Noi spendiamo 10 miliardi di euro per mantenere persone che sono andate in pensione a 39 anni (il più delle volte), dopo averne trascorsi solo 14 a lavoro, e che ne camperanno, in molti casi, altri 20.

Però la spesa pubblica italiana non è “tutta sprechi” e compravendita di voti, e chi propone la patrimoniale, aziché tagli alla stessa, non è soltanto un mariuolo (oltreché un coglione).

Senz’altro.

(Continua).

Prima puntata.

P.S. Dimenticavo. La più parte delle baby pensioni viene percepita al Nord.



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18 Responses to "Sprechi pubblici"

  • Vincenzo says:
  • Fabio G. says:
  • bruno says:
  • Vincenzo says:
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  • paolo says:
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