Diranno che Renzi è un fascista

Vivessimo in un paese normale, i comunisti e i fascisti verrebbero messi al bando da qualunque consesso civile; esclusi dalle due principali coalizioni e legittimamente discriminati, in nome dei principi democratici e liberali, e ritenuti un cancro.

Viviamo, invece, in un paese del Quarto Mondo, gravido di superstizioni ed ideologismi, e con gli uni e con gli altri ci tocca ancora fare i conti.

È quanto sta capitando, in queste ore, a Matteo Renzi. Il quale, assieme ai propri supporter, si trova a fronteggiare attacchi di inusitata violenza. Attacchi che, però, non provengono dal centrodestra – che pure dovrebbe temerlo, visto che il giovanotto riscuote parecchi consensi tra gli elettori moderati –, ma dalle fila, appunto, della sinistra estrema, quella comunista e dunque antidemocratica ed antiliberale.

Accade, infatti, che il Nostro, pur non avendo titoli e meriti per ricevere tale sopraffina qualifica, venga apostrofato addirittura quale destro; e tutto ciò sol perché, la stupidità e l’ignoranza di chi lo avversa non ha limiti, osa proporre le medesime ricette che, negli ultimi due decenni, hanno garantito la vittoria prima a Tony Blair e poi a Zapatero. Cioè a due socialisti liberali.

Allo stesso modo, e poiché qui si conosce più che bene il modus operandi dei bolscevichi – d’altra parte in sei anni di blog, il sottoscritto è arrivato a ricevere, in numerose occasioni, finanche minacce di morte da lor signori –, si è in grado di fare una facile previsione: Matteo Renzi, di qui a qualche mese, verrà dai medesimi definito quale fascista e reazionario. D’altra parte già oggi, su infimi blog di estrema sinistra (i cui tenutari vengono in rilievo sol per l’arrogante e masochistica ostentazione della propria ignoranza), noi liberali e liberisti – Patrioti delle Libertà individuali – si viene definiti in tal modo ed addirittura, pensate a cosa può arrivare la stupidità umana, accostati a movimenti neofascisti quali il francese Front National – le cui proposte politiche, com’è noto a chiunque abbia almeno la quinta elementare, sono opposte a quelle che noi suggeriamo e, in materia economica, per di più identiche a quelle dei succitati bolscevichi; i quali, se non fossero tali – e dunque del tutto privi d’intelligenza e cultura –, lo saprebbero.

Ciò posto, va detto che se tutto ciò accade, e molto altro ancora accadrà (ci si riferisce agli attacchi a Renzi & C.), la colpa non può che essere attribuita a chi, nelle fila della sinistra democratica (ammesso e non concesso ne esista una in Italia), ha conferito legittimità politica ai comunisti. A chi ha deciso di stringere alleanze con loro. A chi ha ritenuto fosse addirittura accettabile che uno dei loro capi carismatici, Fausto Bertinotti, in televisione (a Porta a Porta), subito dopo l’assassinio di Marco Biagi, arrivasse a sostenere che la risoluzione delle Br, sulla base della quale esse avevano deciso di ucciderlo, fosse condivisibile tranne che nella parte in cui ne prevedeva l’omicidio.

È colpa di chi, ad esempio, nella scorsa legislatura ha ritenuto del tutto normale che lor signori bolscevichi, come primo atto politico a suggello della propria presenza al governo, intestassero un’aula del Senato ad un teppista finito all’altro mondo perché voleva ammazzare, o quantomeno aggredire, un carabiniere con un estintore.

È colpa di chi, ancora, ha ritenuto del tutto legittimo che lor signori bolscevichi, sempre nella scorsa legislatura, al Ministero dell’Interno e in qualità di collaboratore dell’allora sottosegretario Francesco Bonato, arrivassero a piazzare un ex Brigatista rosso condannato in via definitiva per “associazione con finalità  di terrorismo o eversione e partecipazione a banda armata”, tale Roberto Del Bello.

È colpa di chi, ancora, ha ritenuto del tutto commendevole che lor signori, alla vice presidenza della Commissione Giustizia della Camera, collocassero il “leonkavallino” Daniele Farina; condannato perfabbricazione o detenzione di materie esplodenti” e “oltraggio, resistenza e violenza” a pubblico ufficiale. Più un’ulteriore sequela di segnalazioni varie, di seguito riportate.

È colpa di chi, ancora nella scorsa legislatura, ha ritenuto non ci fosse niente di male nel fatto che l’allora Ministro per la Solidarietà Sociale, il comunista Paolo Ferrero, scegliesse, quale componente la Consulta Nazionale per le tossicodipendenze, l’ex Brigatista Rossa – condannata a 12 anni di reclusione per aver fatto parte del commando stragista che nel 1974 uccise a Padova due militanti missini – Susanna Ronconi.

È colpa di chi, sempre in quella legislatura, ha ritenuto fosse del tutto normale assumere presso Italia Lavoro, agenzia del Ministero del Welfare, l’ex Brigatista Rossa Anna Laura Braghetti. Condannata a due ergastoli per aver partecipato, come carceriera, al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro, e per aver pedinato e ucciso Vittorio Bachelet (all’epoca dei fatti vice presidente del Csm e leader democristiano).

Ecco, di esempi se ne potrebbero fare ancora tanti altri, ma sarebbe superfluo.

Il punto è questo. Cari renziani, che oggi vi rammaricate di essere trattati come dei nemici dagli esponenti della sinistra comunista e da molti vostri colleghi di partito, ma di cosa vi lamentate?

Fino a ieri l’altro, anche voi – ex dalemiani, ex veltroniani ed ex bersaniani folgorati sulla via della Leopolda – col silenzio, o magari addirittura con una fattiva collaborazione, avete contribuito a far sì che quelle scelte ignobili fossero prese, e che l’alleanza con gli antidemocratici ed antiliberali comunisti andasse in porto.

Anche voi avete contribuito, col vostro agire, a dare legittimità democratica a chi mai avrebbe dovuto averne. E ora, sia consentito dirlo, è giusto ne paghiate le conseguenze. D’altra parte, per dirla à la Di Pietro, chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Avete appoggiato, appena ieri l’altro, l’alleanza con chi postula che il liberismo sia il male assoluto?

Ed oggi, che v’atteggiate a liberisti, vi tocca in sorte d’essere trattati – da quelli – come dei fascisti.

Vi sta bene.

Ché coi comunisti (e i fasci) nemmeno si parla.



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