Nov 11
29
Riassumo i fatti e molto brevemente, ché sennò facciamo notte.
Si era alla vigilia delle Regionali del 2010. Nel Lazio, in particolare, si sarebbe disputata una sfida campale per gli assetti politici di allora: quella tra la Bonino e la Polverini.
Il sottoscritto, ed allora ebbe modo di dirlo, temeva moltissimo l’esponente Radicale; e, siccome all’epoca dei fatti parteggiava ancora per Gianfranco Fini, di cui la Polverini era diretta emanazione, riteneva fosse necessario contrastare in ogni modo la candidata del centrosinistra. Pertanto decise di mettersi d’impegno, visto che la stampa di centrodestra sembrava poco interessata ad avversare la Bonino, per cercare qualche notizia utile a danneggiarla. D’altra parte, da che mondo è mondo, e come insegnano le più evolute democrazie occidentali (Stati Uniti in testa), quando c’è una campagna elettorale, le comuni regole morali vengono sospese; ogni espediente, pur di attaccare l’avversario, è ammesso e il fine giustifica i mezzi (purché legali, naturalmente).
Bene. Dopo un’incessante ricerca, e non senza l’ausilio della dea Fortuna, il sottoscritto riuscì a scovare una notiziola che sembrava utile alla bisogna. Eccola riassunta in breve. Emma Bonino – secondo informazioni raccolte da un giornalista del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, Mauro Suttora, e contenute in un libro pubblicato dallo stesso nell’anno domini 1993 (dal titolo: Pannella, i segreti di un istrione) e mai smentite –, nel lontano 1983 avrebbe commesso un grave reato: aiutare il terrorista Toni Negri, sul cui capo pendeva una richiesta d’arresto, a fuggire in Francia mettendogli a disposizione la propria barca.
Trovata la notizia, e per sincerarsi della sua fondatezza, il sottoscritto ebbe a contattare, via mail, Mauro Suttora onde rivolgergli alcune domande. Eccole:
Lei accusa Emma Bonino di aver favorito la fuga di Toni Negri, mettendogli a disposizione la propria barca?
Suttora: “Non è un’accusa, è una constatazione. All’epoca sarebbe stata una rivelazione, perché nessuno lo scrisse. Forse qualche pm zelante avrebbe potuto addirittura incriminarla”.
Com’è venuto a conoscenza di questa informazione?
Suttora: “Dirigenti radicali”.
Quando ha scritto il libro era in possesso di prove che documentassero la succitata asserzione?
Suttora: “Solo la rivelazione confidenziale di una fonte”.
E’ mai stato querelato dalla Bonino per quanto ha scritto nel suo libro?
Suttora: “No”.
C’era la notizia (almeno ad avviso del sottoscritto); la “fonte” (Suttora), a distanza di 17 anni, confermava tutto, e, in più, dichiarava di non essere mai stata smentita o querelata dalla Bonino. Quanto bastava perché il tutto potesse essere raccontato in un post.
Naturalmente, conscio del fatto che se la storia fosse stata riferita solo su questo modesto blog non avrebbe sortito effetto alcuno, il sottoscritto decise di contattare alcuni giornalisti e direttori di “quotidiani amici”. Così parlò con Franco Bechis ed Andrea Morigi, chiedendo loro un recapito mail dove poterli contattare per metterli a parte della “scoperta”; e dicendo loro: “Giudicate voi se sia una notizia meritevole di pubblicazione o meno”.
I succitati, e Maurizio Belpietro, ebbero a giudicarla “notiziabile” e la pubblicarono, un paio di giorni dopo, su Libero. Correndo il rischio di venire querelati dalla Bonino (cosa che non avvenne).
Il vice direttore de Il Giornale, Nicola Porro, invece, contattato anch’egli via mail, semplicemente fece finta di niente e nemmeno prese in considerazione l’informazione. D’altra parte, il suo quotidiano, da settimane, come ricorderanno tutti quelli che sono soliti leggerlo, conduceva una crociata contro la Polverini, che, un giorno sì e l’altro pure, veniva accusata di qualunque cosa (neanche fosse lei la candidata del centrosinistra). Persino di aver pronunciato parole sconvenienti e ridicole che, in realtà, non erano mai uscite dalla sua bocca.
Quali?
Ce lo facciamo dire da quei “maestri del tarocco” che, appunto, albergano nella redazione di via Negri. Come, ad esempio, Grabriele Villa; il primo ad averle riportate:
«A proposito di una che arriva da destra ma guarda spesso a sinistra, miss Polverini, pare abbia usato questo giro di parole: “Sono di destra come Cicciolina è vergine”» (Il Giornale, 30/12/2009).
O come il “peso massimo” Giancarlo Perna che, addirittura, ha ritenuto opportuno riportarle in almeno dieci articoli; l’ultimo dei quali uscito il 12 settembre 2011. Eccone uno stralcio:
«Il suo era, infatti, l’opposto di un identikit liberale essendo della destra sociale, ostile al mercato e al capitale. Cioè, una sinistra di destra. Il suo motto più celebre suonava: «Io sono di destra come Cicciolina è vergine». Battuta che ne indica l’educazione simpaticamente popolaresca e di grana grossa».
Il suo motto più celebre? Battuta che ne indica l’educazione simpaticamente popolaresca e di grana grossa?
S’è bevuto il cervello, Perna!
Si dà il caso, infatti, codeste parole, “Io sono di destra come Cicciolina è vergine”, la Polverini non le abbia mai proferite. Infatti, sono nient’altro che un copia-incolla, realizzato dai succitati giornalisti, del titolo ironico di un mio post, a lei dedicato, pubblicato l’11 febbraio del 2009; e intitolato, per l’appunto: Renata Polverini: io sono di destra, così come Cicciolina è vergine.
Una frase frutto della mia fantasia (come tante altre attribuite, nel corso degli anni, a diversi politici nostrani), a commento di alcune sue dichiarazioni strampalate, che nel titolo del post non compariva – e questa è la cosa più importante – all’interno di virgolette. Dunque i giornalisti de Il Giornale – che ovviamente ne sono venuti a conoscenza, e per mero caso, grazie a questo blog – avrebbero dovuto capire sin da subito che era apocrifa. E, invece, essendo per nulla professionali e visto che era stato loro ordinato di attaccare la Polverini perché finiana, anche a costo di far perdere le elezioni in Lazio al centrodestra, se ne sono fregati del fatto che fosse palesemente falsa e gliel’hanno attribuita a più riprese. Ridicolo.
Tutto ciò semplicemente per dire che lor signori de Il Giornale, invece di chiedere a Fini spiegazioni su ciò che ha dichiarato Concita De Gregorio, dovrebbero chiarire a noi tutti tre cose: 1) Perché, al contrario dei loro colleghi di Libero, non hanno pubblicato la notizia sulla Bonino che il sottoscritto aveva fornito loro e che poteva decretarne la sconfitta elettorale; 2) Perché mai hanno attribuito una dichiarazione palesemente falsa e denigratoria, e per di più in molteplici occasioni, a Renata Polverini; 3) Perché mai durante tutta la campagna elettorale per le Regionali del 2010, invece di sostenerla in quanto candidata del centrodestra, l’hanno sempre e solo attaccata.
Attendiamo risposte.