L’asse Sallusti-Il Giornale-Pd per far perdere la Polverini
Riassumo i fatti e molto brevemente, ché sennò facciamo notte.
Si era alla vigilia delle Regionali del 2010. Nel Lazio, in particolare, si sarebbe disputata una sfida campale per gli assetti politici di allora: quella tra la Bonino e la Polverini.
Il sottoscritto, ed allora ebbe modo di dirlo, temeva moltissimo l’esponente Radicale; e, siccome all’epoca dei fatti parteggiava ancora per Gianfranco Fini, di cui la Polverini era diretta emanazione, riteneva fosse necessario contrastare in ogni modo la candidata del centrosinistra. Pertanto decise di mettersi d’impegno, visto che la stampa di centrodestra sembrava poco interessata ad avversare la Bonino, per cercare qualche notizia utile a danneggiarla. D’altra parte, da che mondo è mondo, e come insegnano le più evolute democrazie occidentali (Stati Uniti in testa), quando c’è una campagna elettorale, le comuni regole morali vengono sospese; ogni espediente, pur di attaccare l’avversario, è ammesso e il fine giustifica i mezzi (purché legali, naturalmente).
Bene. Dopo un’incessante ricerca, e non senza l’ausilio della dea Fortuna, il sottoscritto riuscì a scovare una notiziola che sembrava utile alla bisogna. Eccola riassunta in breve. Emma Bonino – secondo informazioni raccolte da un giornalista del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, Mauro Suttora, e contenute in un libro pubblicato dallo stesso nell’anno domini 1993 (dal titolo: Pannella, i segreti di un istrione) e mai smentite –, nel lontano 1983 avrebbe commesso un grave reato: aiutare il terrorista Toni Negri, sul cui capo pendeva una richiesta d’arresto, a fuggire in Francia mettendogli a disposizione la propria barca.
Trovata la notizia, e per sincerarsi della sua fondatezza, il sottoscritto ebbe a contattare, via mail, Mauro Suttora onde rivolgergli alcune domande. Eccole:
Lei accusa Emma Bonino di aver favorito la fuga di Toni Negri, mettendogli a disposizione la propria barca?
Suttora: “Non è un’accusa, è una constatazione. All’epoca sarebbe stata una rivelazione, perché nessuno lo scrisse. Forse qualche pm zelante avrebbe potuto addirittura incriminarla”.
Com’è venuto a conoscenza di questa informazione?
Suttora: “Dirigenti radicali”.
Quando ha scritto il libro era in possesso di prove che documentassero la succitata asserzione?
Suttora: “Solo la rivelazione confidenziale di una fonte”.
E’ mai stato querelato dalla Bonino per quanto ha scritto nel suo libro?
Suttora: “No”.
C’era la notizia (almeno ad avviso del sottoscritto); la “fonte” (Suttora), a distanza di 17 anni, confermava tutto, e, in più, dichiarava di non essere mai stata smentita o querelata dalla Bonino. Quanto bastava perché il tutto potesse essere raccontato in un post.
Naturalmente, conscio del fatto che se la storia fosse stata riferita solo su questo modesto blog non avrebbe sortito effetto alcuno, il sottoscritto decise di contattare alcuni giornalisti e direttori di “quotidiani amici”. Così parlò con Franco Bechis ed Andrea Morigi, chiedendo loro un recapito mail dove poterli contattare per metterli a parte della “scoperta”; e dicendo loro: “Giudicate voi se sia una notizia meritevole di pubblicazione o meno”.
I succitati, e Maurizio Belpietro, ebbero a giudicarla “notiziabile” e la pubblicarono, un paio di giorni dopo, su Libero. Correndo il rischio di venire querelati dalla Bonino (cosa che non avvenne).
Il vice direttore de Il Giornale, Nicola Porro, invece, contattato anch’egli via mail, semplicemente fece finta di niente e nemmeno prese in considerazione l’informazione. D’altra parte, il suo quotidiano, da settimane, come ricorderanno tutti quelli che sono soliti leggerlo, conduceva una crociata contro la Polverini, che, un giorno sì e l’altro pure, veniva accusata di qualunque cosa (neanche fosse lei la candidata del centrosinistra). Persino di aver pronunciato parole sconvenienti e ridicole che, in realtà, non erano mai uscite dalla sua bocca.
Quali?
Ce lo facciamo dire da quei “maestri del tarocco” che, appunto, albergano nella redazione di via Negri. Come, ad esempio, Grabriele Villa; il primo ad averle riportate:
«A proposito di una che arriva da destra ma guarda spesso a sinistra, miss Polverini, pare abbia usato questo giro di parole: “Sono di destra come Cicciolina è vergine”» (Il Giornale, 30/12/2009).
O come il “peso massimo” Giancarlo Perna che, addirittura, ha ritenuto opportuno riportarle in almeno dieci articoli; l’ultimo dei quali uscito il 12 settembre 2011. Eccone uno stralcio:
«Il suo era, infatti, l’opposto di un identikit liberale essendo della destra sociale, ostile al mercato e al capitale. Cioè, una sinistra di destra. Il suo motto più celebre suonava: «Io sono di destra come Cicciolina è vergine». Battuta che ne indica l’educazione simpaticamente popolaresca e di grana grossa».
Il suo motto più celebre? Battuta che ne indica l’educazione simpaticamente popolaresca e di grana grossa?
S’è bevuto il cervello, Perna!
Si dà il caso, infatti, codeste parole, “Io sono di destra come Cicciolina è vergine”, la Polverini non le abbia mai proferite. Infatti, sono nient’altro che un copia-incolla, realizzato dai succitati giornalisti, del titolo ironico di un mio post, a lei dedicato, pubblicato l’11 febbraio del 2009; e intitolato, per l’appunto: Renata Polverini: io sono di destra, così come Cicciolina è vergine.
Una frase frutto della mia fantasia (come tante altre attribuite, nel corso degli anni, a diversi politici nostrani), a commento di alcune sue dichiarazioni strampalate, che nel titolo del post non compariva – e questa è la cosa più importante – all’interno di virgolette. Dunque i giornalisti de Il Giornale – che ovviamente ne sono venuti a conoscenza, e per mero caso, grazie a questo blog – avrebbero dovuto capire sin da subito che era apocrifa. E, invece, essendo per nulla professionali e visto che era stato loro ordinato di attaccare la Polverini perché finiana, anche a costo di far perdere le elezioni in Lazio al centrodestra, se ne sono fregati del fatto che fosse palesemente falsa e gliel’hanno attribuita a più riprese. Ridicolo.
Tutto ciò semplicemente per dire che lor signori de Il Giornale, invece di chiedere a Fini spiegazioni su ciò che ha dichiarato Concita De Gregorio, dovrebbero chiarire a noi tutti tre cose: 1) Perché, al contrario dei loro colleghi di Libero, non hanno pubblicato la notizia sulla Bonino che il sottoscritto aveva fornito loro e che poteva decretarne la sconfitta elettorale; 2) Perché mai hanno attribuito una dichiarazione palesemente falsa e denigratoria, e per di più in molteplici occasioni, a Renata Polverini; 3) Perché mai durante tutta la campagna elettorale per le Regionali del 2010, invece di sostenerla in quanto candidata del centrodestra, l’hanno sempre e solo attaccata.
Attendiamo risposte.
Meglio, la Polverini è mezza-comunista.
Non per nulla la invitavano sempre a Ballarò.
Quello che l’ha sostituita a capo del sindacato è un metalmeccanico, sulla tv comunista non lo invitano.
Risposta a Benito:
Sono d’accordo. Ma questo rileva poco. L’hanno boicottata pur di metterlo a quel posto a Fini, e nonostante questo potesse portare alla sconfitta del centrodestra. Dovrebbero spiegarne il perché.
Hai proprio ragione carissimo Camelot.
D’altronde in questa “faccenda” dell’elezione della Polverini tutti gli schieramenti hanno giocato a tentar di farsi male da soli.
Il Pd ci è riuscito meglio…
Oppure no???
Chissà!!!
C’è una cosa che però non mi quadra: ricordo bene quella campagna elettorale essendo della Provincia di Roma ed avendola seguita in prima persona, e ricordo benissimo che senza l’appoggio pieno e significativo di Berlusconi, la Polverini quelle elezioni non le avrebbe, purtroppo, mai vinte.
Forse che Il Giornale non abbia seguito una linea, per così dire, ufficiale nel denigrare la candidata del Centrodestra? Forse ai componenti dell’Asse del titolo manca qualcuno tipo -la butto là – ) la Santanchè e cioè quella destra “non berlusconiana non finiana”?
Risposta a Andrea:
Ciao, Andrea. Anch’io, pur non essendo del Lazio, me la ricordo benissimo, quella campagna elettorale. E mi ricordo del berlusconiano che, per un errore (?), non consegnò in tempo i moduli per presentare la lista del Pdl in quella Regione. E lo ricorderai bene anche tu.
Berlusconi intervenne alla fine, dopo che si era verificato questo increscioso episodio, e dopo che una parte del Pdl riteneva fosse stato lui ad “orchestrarlo”.
Ma questo rileva poco (ora come ora). Rileva tantissimo, invece, che Il Giornale massacrò la Polverini e, al contrario di Libero, non pubblicò una sola notizia – invi inclusa quella scovata dal sottoscritto – che potesse mettere in cattiva luce la Bonino.
Risposta a Riccardo:
Non saprei. Di sicuro sono avvenute cose stranissime, da una parte e dall’altra.
Caro Camelot , non sono affatto convinto della tua tesi ! Anzi quasi del contrario .
La campagna elettorale del Lazio è stata a mio parere la prima prova generale per dare la “spallata ” a Berlusconi da parte di Fini ( probabilmente sotto ricatto giudiziario ) e dei Finiani . Hanno fatto tutto loro , padroni del loro campo , e ne hanno fatto di tutti i colori per cercare di “perdere” il Lazio . Che Sallusti/Giornale/Santanchè etc..etc… non fossero perfettamente allineati NON ha portato lo sconquasso mentre la mancata presentazione delle liste PDL ( a causa di personaggi tutti nominati/delegati dai responsabili locali Finiani/Polveriniani , ha portato il CDX sul limite della perdita di elezioni regionali gia vinte in partenza . SOLO l’impegno finale del SOLITO BERLUSCA fece pendere la bilancia dalla parte del CDX ! Io lavoravo a Viterbo per la campagna ed i fatti romani ci dettero il massimo dello sconforto ! Il CDX nelle altre 4 province VINSE alla grande .
Risposta a Claudio:
Fammi capire. Fini, secondo te, prima ha candidato una propria fedelissima, e poi da deciso di far perdere le elezioni al Pdl, cosa che, nel Lazio, per lui sarebbe stata una doppia sconfitta? Un genio del masochismo! 😀
Inoltre, la mancata presentazione della lista non è stata opera di un berlusconiano?
Si Camelot . Fini , in tutta la campagna elettorale per la Regione Lazio NON ha mosso una paglia ! Anzi ha fatto solo casini facendo entrare nel “listino” della Polverini gente dell’UDC ( come Gigli ) veramente inviso a tutta la base di Alleanza Nazionale . A Viterbo dove pur si è vinto con oltre il 53 % in tanti abbiamo avuto difficoltà a votare la Polverini per tale motivo . In quanto alla mancata presentazione della liste PDL , Berlusconi NON c’entra un tubo . Tutta roba di ex Alleanza Nazionale che avevano la responsabilità per la Regione Lazio e tutto sotto il patrocinio dei Finiani e della sua candidata . In questa maniera tantissimi candidati della lista PDL SONO SPARITI mentre sono entrati tutti gli altri attaccati alla Polverini .
Risposta a Claudio:
Se lo dici tu…