A mettere più tasse son bravi tutti

Non ci siamo proprio. Monti sta seguitando a dar retta ai partiti (e ai sindacati) e ad accogliere le loro richieste; e il frutto di questa “campagna d’ascolto”, a quanto riferiscono i giornali, sarà una manovra altamente recessiva, gravida di tasse, e per nulla capace di rilanciare la crescita.

Partiamo dalle misure positive ch’essa dovrebbe contenere; precisando subito che si tratta, in buona parte, di provvedimenti già varati dal governo Berlusconi, con la Legge di Stabilità, e a cui Monti dovrà unicamente dare attuazione.

In tema di liberalizzazioni: 1) Verrà concesso ai supermercati e ai centri commerciali di vendere, in appositi spazi, non solo i cosiddetti “farmaci da banco” ma anche quelli di fascia C; 2) I gestori delle “pompe di benzina” potranno rifornirsi liberamente da qualunque produttore o rivenditore; 3) Sarà possibile aprire, nei comuni piccoli e grandi, una farmacia ogni 4.000 abitanti (oggi, nei comuni che ne hanno fino a 12.500, invece, è possibile aprirne una ogni 5.000); 4) I negozianti potranno alzare le saracinesche, al contrario di quanto avviene oggi, quando appaia loro opportuno, quindi anche la domenica e negli altri giorni festivi, e senza più alcuna limitazione oraria; 5) Verranno abolite le tariffe minime per i professionisti; 6) Entro otto mesi, e come previsto dalla Legge di Stabilità, si dovrà mettere mano alla riforma degli ordini professionali altrimenti le norme che attualmente ne disciplinano l’esistenza, decadranno; 6) Dovrebbe essere prevista anche la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali.

Anche in tema di privatizzazioni, l’attuale governo sembrerebbe intenzionato a limitarsi a dare seguito alle decisioni del precedente esecutivo: nei prossimi tre anni, infatti, esso dovrebbe procedere all’alienazione di beni (e forse anche partecipazioni societarie) per un valore di soli 15 miliardi di euro. Un’autentica presa per i fondelli se si tiene conto che questo danaro andrà a riduzione del debito e questo, come noto, attualmente ammonta a 1.920 miliardi.

Assieme a queste, le uniche altre misure utili a favorire la ripresa economica, a detta de il Corriere della Sera, sarebbero: “un credito di imposta del 12% fino a un milione di euro per chi investe in ricerca, incentivi alla ricapitalizzazione delle imprese favorendo quelle più grandi, sgravi Irap per il costo del lavoro, bonus triennale del 55% per gli interventi di efficienza energetica”.

Ecco, per finanziare questi ultimi provvedimenti, oltreché per conseguire il pareggio di bilancio nel 2013, il contribuente italiano sarà sottoposto ad un’ulteriore torchiatura (come se non bastassero quelle già patite a causa di Tremonti, Bossi e Berlusconi).

In particolare, e come già noto da tempo, dovrebbe essere reintrodotta l’Ici sulla prima casa, anche se forse verrà rimodulata in funzione della capacità reddituale del proprietario. Allo stesso modo, ed anticipando l’entrata in vigore dell’Imu voluta dal governo Berlusconi, le seconde – e tutte le altre – abitazioni dovrebbero essere soggette ad un prelievo fiscale ancora più oneroso di quello attuale. Non è esclusa, inoltre, una rivalutazione delle rendite catastali nell’ordine del 15%.

Sulla falsariga del “contributo di solidarietà” introdotto dall’esecutivo berlusconiano, poi, i percettori di redditi oggi gravati dall’aliquota del 41% e quelli sottoposti all’aliquota del 43 si vedranno aumentare il prelievo, rispettivamente, al 43 e al 45%. E questo dovrebbe scongiurare il ricorso all’incremento delle aliquote Iva ventilato nei giorni scorsi.

Sulle pensioni è noto come dovrebbe intervenire il governo: attraverso l’introduzione del cosiddetto sistema contributivo pro rata ed innalzando l’età pensionabile di 2-3 anni. Quanto al “congelamento della rivalutazione monetaria”, questo dovrebbe riguardare solo i vitalizi di ammontare superiore a 50-60 mila euro lordi l’anno.

Il quotidiano di via Solferino, poi, parla diuna stretta sulla sanità di 2,5 miliardi nel 2012 e di altri 5 nel 2013, con probabile riedizione del ticket sui ricoveri che esiste già in alcune Regioni”.

Quanto ai tagli: non ce n’è l’ombra (questo, almeno, pare). Ed è uno scandalo. Da una persona del livello del professor Monti, infatti, ci saremmo aspettati interventi draconiani sulla spesa corrente (anche perché ce li chiede l’Europa): ad esempio sui 40 miliardi di contributi a fondo perduto erogati alle imprese (una vera e propria vergogna), e sulla spesa per consumi intermedi nella Sanità, cresciuta, per effetto di tangenti, del 50% in soli sei – dicansi: sei – anni. Invece, a quanto pare, la manovra che ci presenterà lunedì dovrebbe essere costituita, per 4/5 (e forse più), soltanto da nuove tasse (che, com’è risaputo, scoraggiano la crescita e contraggono i consumi e gli investimenti).

Cosa che sarebbe riuscita anche a gente come Vendola, Fassina, Prodi o Tremonti.

P.S. Se la manovra dovesse effettivamente contenere solo le poche misure qui elencate a favore della crescita, verrebbe senza dubbio bocciata dai mercati; e tra due mesi saremmo costretti a vararne un’altra.

Aggiornamento del 4 dicembre.

Da leggere: Caro presidente no, così non va (di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi).



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8 Responses to "A mettere più tasse son bravi tutti"

  • Claps says:
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  • Fabio G. says:
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  • Conigliaccio Cattivo says:
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