Nel bene come nel male, la manovra è stata scritta da Pdl, Pd, Udc, Fli e Idv

Serviranno giorni per analizzare nel dettaglio tutte le misure contenute nella manovra licenziata dal governo Monti e poter esprimere un giudizio ponderato. Per intanto, però, si possono fare alcune brevissime e modeste considerazioni sparse.

Innanzitutto, la manovra, nel bene come nel male, è stata, quasi interamente, dettata dai partiti che appoggiano l’esecutivo. Solo l’eccellente riforma delle pensioni, illustrata ieri dal ministro Fornero, con ogni probabilità è frutto dell’iniziativa autonoma del nuovo esecutivo. Ed è soprattutto grazie ad essa se lo spread tra Btp e Bund, stamane, ha fatto registrare una significativa flessione. Indi per cui, se la Lega, quando era ancora in carica il governo Berlusconi, non vi si fosse opposta – per ragioni meramente opportunistiche, demagogiche e sconsiderate –, le cose, per il centrodestra, come per il Paese, sarebbero andate diversamente: gli investitori esteri che possiedono i nostri Buoni del Tesoro, e lo dimostra l’odierno andamento di Piazza Affari, infatti, volevano una seria “riforma di sistema”. E son riusciti ad ottenerla solo ora. Per colpa del Carroccio.

In secondo luogo, se il Gabinetto in carica ha potuto approvare una tanto significativa riforma dell’accesso alla quiescenza, il merito va ascritto innanzitutto al Partito democratico (che non vi si è opposto). È questo, infatti, che ne pagherà il prezzo maggiore, in termini di consensi. Allo stesso tempo, però, se la manovra è composta per circa il 51% (17 miliardi su 30 totali) di maggiori entrate (più tasse), la colpa è innanzitutto del medesimo partito, che, per far digerire il succitato “boccone amaro” al proprio elettorato, ha chiesto – ed ovviamente ottenuto – come contropartita un salasso fiscale a carico del ceto medio (si veda alle voci: reintroduzione dell’Ici e rivalutazione, nella misura del 60%, delle rendite catastali). Naturalmente, tutto ciò non sarebbe avvenuto se gli altri partiti che appoggiano l’esecutivo – e segnatamente quelli che, per di più, si dicono liberali (Pdl, Udc e Fli) – avessero alzato la voce e chiesto, in luogo dell’incremento delle tasse – che ha effetti drammaticamente depressivi –, maggiori tagli alla spesa corrente (d’altra parte, che questa fosse la principale via da percorrere, non lo suggerivano solo persone, di nullo valore, come il sottoscritto; ma anche economisti come Alesina e Giavazzi).

Insomma, piaccia o meno, e per una ragione o per un’altra, la manovra è prevalentemente frutto delle richieste dei partiti che sostengono il nuovo esecutivo, e non delle scelte di Monti (che, come detto altrove, non sarà Reagan o la Thatcher, ma è impossibile faccia peggio di Prodi e Berlusconi).

In ultimo, e lo dico agli elettori di centrodestra, chi oggi è irritato per la stangata appena deliberata (che ovviamente fa inalberare anche il sottoscritto, e dovrebbe essere finanche superfluo sottolinearlo), rifletta su questo: se si fosse andati ad elezioni anticipate, sondaggi alla mano, al governo sarebbe finito il vetero-comunista Nichi Vendola; di tasse ne avremmo avute ben di più e, per noi, un destino analogo a quello della Grecia sarebbe stato una certezza.



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8 Responses to "Nel bene come nel male, la manovra è stata scritta da Pdl, Pd, Udc, Fli e Idv"

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