Null’altro che una defecata

La manovra che il Parlamento s’accinge ad approvare, e che è stata quasi interamente scritta dai partiti che sostengono l’esecutivo Monti, è completamente inutile perché recessiva; al pari delle Finanziarie varate, negli ultimi tre anni, dal precedente governo presieduto da Berlusconi. E, come se non bastasse, disattende, tranne in un caso, le richieste formulateci, quest’estate, dalla Bce. Ragion per cui, tra non molto, i mercati, e giustamente, ci faranno nuovamente ballare la rumba.

Essendo depressiva, essa non consentirà di conseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Talché, tra due/quattro mesi (al massimo) il nostro paese sarà chiamato ad affrontare una nuova correzione dei conti pubblici, anche perché la recessione è già alle nostre porte (e lambirà anche altre nazioni).

Che le misure che compongono la succitata finanziaria non siano state partorite dalla mente degli Ottimati che oggi siedono a Palazzo Chigi, lo si evince da una semplice considerazione: fanno talmente schifo che solo dei minus habens, quali indubbiamente sono i segretari dei partiti italici, avrebbero potuto suggerirle e ritenerle, per di più, valide.

L’estremo ricorso alla tassazione, ad esempio, è indice di un grado di stolidità ed ignoranza che può ascriversi a persone come Bersani (Fassina), Casini ed Alfano; non certo a chi, come Monti, essendo un economista, sa perfettamente che l’incremento della pressione fiscale – mi vergogno quasi a sottolinearlo, tanto è un’ovvietà à la Max Catalano –, lungi dall’incentivare la ripresa economica, non fa altro che soffocarla; instillando, per di più, aspettative pessimistiche, sul futuro, in tutti i soggetti economici (consumatori ed imprenditori); che finiscono per prolungare, come tutte le indagini econometriche del passato insegnano, gli effetti di una crisi economica.

Siccome il nostro problema principale, e da oltre un decennio, è la scarsa crescita economica – per colpa di un’oppressiva e vessatoria imposizione fiscale e di indici di libertà economica degni di un paese del socialismo reale –, il lettore capirà da sé che la scelta di aver puntato, una volta ancora, su provvedimenti che la ostacolano, anziché stimolarla, ovvero su nuove o maggiori tasse, si configura – in particolar modo in questo momento in cui alle difficoltà dell’”economia reale” si sommano quelle che derivano dalle tensioni sui mercati finanziari –, come un vero e proprio crimine contro la Nazione. Un omicidio. I cui effetti andranno a sommarsi a quelli derivanti dalle scelte, egualmente mortifere, precedentemente assunte da Berlusconi, Bossi e Tremonti; provocando una spirale depressiva che, a occhio e croce, durerà non meno di dieci anni e lascerà sul ciglio di una strada milioni di persone; che andranno ad infoltire, inevitabilmente, le già pingui file dei disoccupati.

Il fatto, poi, che per colpa di taluni esponenti politici, soprattutto (ma non solo) del Popolo della Libertà, si sia stralciato (o quasi) dalla manovra il capitolo delle liberalizzazioni – che, almeno in parte, avrebbero potuto “sterilizzare”, ovvero neutralizzare, gli effetti recessivi delle maggiori tasse –, sta ad indicare, in modo oserei dire: definitivo, quanto il ceto politico nostrano viva, come buona parte degli italiani, al di sopra delle proprie possibilità intellettive e quanto meriti, perciò, al pari della stessa, di essere spazzato via dalla Terra e per mero darwinismo sociale. Per non parlare, poi, della totale assenza di privatizzazioni che, invece, nella manovra avrebbero dovuto essere massimamente contemplate (per ridurre lo stock di debito e le pressioni finanziarie legate al rischio default); o della cialtronata rappresenta dalle cosiddette misure per lo sviluppo economico le quali prevedono sì, in taluni casi, una riduzione del prelievo fiscale (Irap) a carico di certuni, ma finanziata mediante un brutale incremento dello stesso su cert’altri: un’operazione assolutamente inutile visto che, se togli una fetta di torta a me per darla ad un altro, le dimensioni complessive della torta (la ricchezza nazionale) rimangono le medesime (solo i comunisti non lo capiscono); e il nostro problema è proprio quello di avere una torta troppo piccola.

Ciò detto, la manovra che il Parlamento a breve licenzierà, in fin dei conti, non è altro che la biografia della Nazione: ottusa, irresponsabile, vittima di dogmi e superstizioni, succube di egoismi corporativi, incapace di guardare oltre il presente e truffaldina. Insomma: ci descrive al meglio. Anzi. Vi descrive al meglio.

Infatti è una cagata pazzesca.



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