Vendola fa debiti e poi li fa pagare ai poveri
“Anche i ricchi piangano”, recitava un manifesto del suo partito, Rifondazione comunista. Era l’anno di grazia 2006.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata, e pure tanta: il Nostro ha messo al bando la Falce e il Martello, ché come brand funzionavano poco, e su certi temi, a quanto pare, ha finanche cambiato idea. Adesso gli piace tassare i poveri.
Si dà il caso, infatti, Nicolino Vendola abbia deliberato un aumento dell’addizionale Irpef per fronteggiare un buco di bilancio. E, pur potendo esonerare le fasce meno abbienti della popolazione, ha deciso di colpire anche queste. E con tali nobili motivazioni:
«Perché sopra i 15mila euro non si becca nulla!».
Ecco, quando c’è da far cassa, sostiene oggi il Che Guevara de noantri, i soldini li si va a prendere dove sono in abbondanza: tra i contribuenti del primo scaglione. Commendevole, non c’è che dire.
Ma non basta. Perché il Nostro, per giustificare il salasso, ha raccontato quanto segue:
«Ho avuto un ministro Tremonti che ha messo regole retroattive sul patto di stabilità. Se lei fa una violazione per divieto di sosta e dopo cinque anni le danno la galera, ha qualche motivo per incazzarsi?».
A suo dire, dunque, l’incremento dell’addizionale sui redditi da lavoro sarebbe stato deliberato per far fronte ad uno sforamento del patto di stabilità avvenuto cinque anni or sono; e che solo pochi mesi fa, Tremonti ha deciso di sanzionare mediante una norma dall’efficacia retroattiva. Peccato sia completamente falso.
Come ha rilevato Franco Bechis, infatti, nel decreto con cui Vendola ha deciso l’aumento dell’addizionale, è scritto che il ricorso ad esso si è reso necessario per coprire un disavanzo maturato nel 2010 (e non nel 2005-2006), dell’ammontare di 333,452 milioni di euro, nel comparto Sanità, e un buco – cito Bechis – “imprevisto” di 93,661 milioni.
È un ammanco fatto da Nicolino, dunque. Lo stesso che, quando gli è venuta voglia di farsi costruire una nuova e faraonica sede, per ospitare le riunioni degli assessori e dei consiglieri regionali, in quattro e quattr’otto ha racimolato 87 milioni di euro (ottantasette).
Aveva altre priorità, si vede.
Qui non si tratta di Vendola, Bersani o Berlusconi. Qui si tratta del fatto che il popolo deve unirisi e fare una vera e propria rivoluzione prima che questi signori delle banche ci riducano con le pezze al culo.Non contenti di aver massacrato il popolo (lasciando a piede libero i soliti noti) ora ci riprovano con l’articolo 18 riproponendo la solita solfa della crescita.
La crescita è un’utopia e non ci sarà mai più. La crescita è basata su un processo di crescita infinito, e va a scontrarsi con la finitezza delle risorse di questo mondo.
Bisogna pensare ad un nuovo modello di economia, in quanto il modello neoliberista è palesemente fallito. Non fat6evi prendere per i fondelli con il mito della crescita. Ragionate non credete a questi signori. Un processo di crescita infinito va a scontrasri con la finitezza delle risorse di questo mondo.
Acqua e vento. Poveri cittadini pugliesi (e non mi riferisco al Meteo).
Risposta a pensieriscorretti:
Sì.