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Alfredo Vito (ex Dc e FI): con le preferenze gli eletti sarebbero decisi da Mafia e Camorra

Torniamo a parlare di legge elettorale, visto che i partiti sembrano intenzionati ad approvarne una nuova.

Alfredo Vito, in fatto di voti di preferenza è un luminare: per essere eletto in Parlamento, ai tempi della cosiddetta Prima Repubblica, ebbe a raccoglierne, sotto le insegne della Democrazia cristiana e Dio solo sa come, 100.000 (in Campania); pur essendo un Carneade, un perfetto sconosciuto.

Ebbene, oggi, il Nostro, delle preferenze pensa e dice tutto il male possibile:

«Le preferenze avvicinano l’elettore al politico con cui c’è stima, fiducia o anche amicizia. Ma il rischio è che oggi le preferenze possano essere filtrate dai clan. Per la destra come la sinistra, sia chiaro».

Mentre ai suoi tempi, opina:

«La presenza della criminalità non era così massiccia e capillare».

«Oggi invece la malavita ha rapporti organici con forze politiche, specialmente nelle realtà locali. E sempre più spesso è dai boss che si vanno a chiedere favori».

Con le preferenze, dunque:

«Oggi ci sarebbero solo problemi, a cominciare dal ruolo dei clan, a Nord come a Sud».

Si tratta di valutazioni che chiunque faccia politica o viva nel Meridione d’Italia non può che condividere: le preferenze sono oggettivamente pericolose e, se fossero riesumate, riporterebbero in auge pratiche primo-repubblicane come la compravendita di voti o il cosiddetto voto di scambio (e molto altro ancora).

Pertanto, non si riesce a capire perché gli esponenti dell’Udc ne invochino, un giorno sì e l’altro pure, la reintroduzione. Oggi è stato il turno di Mauro Libè.

Alla domanda del giornalista «Per voi sono irrinunciabili?», ha risposto:

«Per l’Udc sono il modo migliore per tutelare la partecipazione. Se poi trovano un’altra via per noi va bene. Ma quale?».

È una risposta priva di senso: per scegliere gli eletti, e come dice Libè «garantire la partecipazione», si può tranquillamente ricorrere ai collegi uninominali, come avviene in molti paesi europei (Regno Unito e Francia, su tutti) ed introdurre l’obbligo di primarie. È un sistema efficiente e democratico, e che mette al riparo dai rischi summenzionati.

Perché l’Udc insiste sulle preferenze visto che, oltretutto, nessuno le vuole?

Non vorremmo dover trovare una risposta nell’antico adagio andreottiano: a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.



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