Feb 12
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Sono ancora febbricitante e il post ne risente (siate clementi).
Fino a due mesi fa, era solo il sogno proibito di Pier Ferdinando Casini: una ipotesi su cui nessuno, a parte il leader scudocriato, avrebbe scommesso anche solo un centesimo. Adesso, invece, mutatis mutandis, il varo di un esecutivo di larghe intese, anche nella prossima legislatura, è visto con favore da tanti. Di più: è diventato l’opzione principale di tutti i partiti che sostengono il governo Monti. Dal Terzo Polo ad ampi settori del Popolo della Libertà e del Partito democratico.
Gli azzurri
A quanto riferisce la stampa, da il Corriere della Sera a Libero e Il Giornale, il primo e più convinto sostenitore di questo progetto, nelle fila azzurre, sarebbe proprio Berlusconi: soddisfatto a tal punto della formula che dà linfa al governo in carica, da volerne una riedizione anche nella prossima legislatura. Anche per questo avrebbe dato il proprio benestare al “Lucianum”, un sistema elettorale che, smantellando de facto il bipolarismo, avrebbe dovuto contrariarlo: e invece ha riscosso il suo favore proprio perché metterebbe i partiti, innanzitutto il suo e il Pd, nella condizione di far nascere, più agevolmente, un Gabinetto di larghe intese (per le ragioni che abbiamo qui esposto).
Ma nel Pdl sono in tanti a fare il tifo per questa ipotesi (da Alfano a Frattini, da Scajola a Pisanu); e per una ragione, soprattutto: l’appoggio ad un esecutivo di “unità nazionale” eviterebbe al partito di essere confinato all’opposizione; cosa più che probabile visti i sondaggi e che, stanti le fibrillazioni interne e l’impossibilità di garantire nuovamente un seggio a tutti i parlamentari uscenti, ne decreterebbe la prematura morte (per ammutinamento dei “trombati” ed implosione). Una eventualità che, lo stare al governo, cioè al potere, potrebbe scongiurare.
In tal senso va visto anche l’endorsement di Formigoni a favore di Corrado Passera. Del tutto inaspettato, oltreché privo di logica, apparentemente: «Se il ministro dello sviluppo dicesse di condividere i nostri ideali e chiedesse di correre alle primarie (del Pdl, ndr), sarebbe un fatto positivo e credo che nessuno potrebbe impedirgli di partecipare».
Perché mai Formigoni, che negli ultimi tre anni e a più riprese si è candidato a succedere a Berlusconi, ora avrebbe deciso di fare un passo indietro, e per di più a favore di un esponente dell’attuale esecutivo, se non perché consapevole del fatto che il destino della prossima legislatura sia già segnato e deciso?
I Democrat
Nello stesso modo va letta anche la dichiarazione rilasciata, due giorni fa, da Matteo Renzi:
«Una mia candidatura alle primarie del Pd? Molto meno probabile di quanto lo era tre mesi fa».
Ecco, se anche il Gian Burrasca del Pd alza bandiera bianca, è perché ha capito che, almeno in questo momento, i giochi sono – o quantomeno: sembrano – già fatti; e se pure si presentasse alle primarie del Pd e le vincesse, avrebbe margini di manovra assai ridotti e tali da impedirgli di esercitare appieno la leadership (stesso discorso vale per Formigoni): null’altro potrebbe fare, nella prossima legislatura, infatti, se non appoggiare un esecutivo il cui programma verrebbe deciso da una mega ammucchiata di partiti.
Perché “bruciarsi” in tal modo? Perché rischiare d’essere null’altro che un segretario (e un leader) dimidiato? Il gioco non vale la candela: meglio rimandare. Tanto si è giovani.
L’ipotesi di un Gabinetto di “unità nazionale”, tra i democrat, trova ampi consensi soprattutto nell’area moderata (da Letta a Fioroni): quella più consapevole del fatto che la cosiddetta alleanza di Vasto (Pd+Sel+Idv) non sarebbe in grado di governare il Paese e fronteggiare le pressanti richieste della Bce e della Ue; ma anche quella che più teme una possibile “svolta a sinistra” del partito e pensa che l’appoggio ad un governo di larghe intese potrebbe farla tramontare.
Il Terzo Polo, dovrebbe anche essere inutile sottolinearlo, è quello che più di tutti sponsorizza questa opzione: un governo di “grande coalizione” non farebbe altro che consacrare Casini, che ne invoca la nascita da anni, quale statista e gli spianerebbe la strada per ascendere al Quirinale.
Staremo a vedere.