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Formattare il Pdl, ovvero come rimediare ai danni che ha fatto in questa legislatura – Atto secondo: cacciare i socialisti

Ospite di Servizio Pubico, il 9 febbraio scorso, Giulio Tremonti, parlando delle tesi contenute nel proprio libro (Uscita di sicurezza) e che ne avevano ispirato l’attività da Ministro, ha affermato:

«La cosa che mi fa un positivo effetto, adesso, è che quelle tesi – che alcuni hanno considerato estremiste; hanno detto: tesi da Indignados – in realtà sono (…) da ultimo le tesi che vengono sostenute, in Europa, nei programmi elettorali del partito socialista francese e del partito socialdemocratico tedesco (…). Sono tesi socialiste, son tesi…secondo me sono tesi giuste (…)» (dal minuto 7.06).

In qualunque parte del globo terracqueo, i socialisti stanno a sinistra, non a destra.

In qualunque parte del globo terracqueo, a destra stanno i liberal-conservatori; che, essendo liberisti, dei socialisti son avversari.

Anche Bersani, Stefano Fassina, Nichi Vendola e Susanna Camusso sono socialisti.

Che cos’è il Pdl, dunque, visto che ospita al proprio interno persone di sinistra esattamente come il Pd?

Sicuramente è un partito che, come quello guidato da Bersani, ama molto le tasse, al contrario di quelli liberal-conservatori, visto che ne ha introdotte per 100 miliardi di euro (solo negli ultimi sei mesi del 2011); ragion per cui gli elettori, a milioni, lo hanno abbandonato. E, altrettanto sicuramente, è un partito che, forse anche più di quello guidato da Bersani (si veda alla voce: liberalizzazioni), aborrisce, al contrario di quelli liberal-conservatori e di centrodestra che le venerano, le libertà economiche, da cui dipendono la crescita del Pil e l’occupazione, visto che, in questa legislatura, ne ha ridotto drammaticamente l’ampiezza (come evidenzia l’analisi realizzata dall’Heritage Foundation per il Wall Street Journal).

Ecco, dopo le Amministrative di maggio – quando Alfano, causa débâcle elettorale, sarà costretto a dimettersi e ad indire delle primarie per scegliere il nuovo leader del Pdl e del centrodestra, e si dovrà discutere dell’identità del partito (che gli elettori, inequivocabilmente, vogliono sia liberista) –, una delle prime cose che andrà fatta è cacciare tutti i socialisti: da Cicchitto a Sacconi (che propone cose à la Stefano Fassina: abrogare i Co.Co.Pro.) a Tremonti.

Tornino pure a casa, costoro.

Tornino a sinistra.

Formattare il Pdl, ovvero come rimediare ai danni che ha fatto in questa legislatura – Atto primo: ridefinirne l’identità ripartendo dallo spirito del’94.



4 Comments on “Formattare il Pdl, ovvero come rimediare ai danni che ha fatto in questa legislatura – Atto secondo: cacciare i socialisti”

  1. Markus Says:

    Si cacciamo i socialisti e lasciamo solo i feroci liberisti e gli adoratori del dio mercato, così la trasformazione del PdL in un partito di sinistra stile PD è completa.

  2. camelot Says:

    Risposta a Markus:
    Tu, come tutti i fascisti, hai grande confusione nel cervello. (Cervello! Che parolona per descrivere il tuo!).
    Tu parli come un comunista. Hai posizioni da comunista. E la cosa sconvolgente è che nemmeno te ne rendi conto.

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