«La crisi è finita». Disse il capo dei morti
Stat rosa (Roma) pristina nomine, nomina nuda tenemus.
Stiamo continuando a scherzare con il fuoco.
Costeggiamo un burrone, ma con la stessa spavalderia di un ragazzino incosciente e strafatto di superalcolici e marijuana. Ce la possiamo fare; siamo al sicuro; niente di brutto potrà mai accaderci: come un mantra continuiamo a ripetercelo mentre ingolliamo altro alcool e i riflessi ci si fanno viepiù appannati. Il precipizio è a un tiro di schioppo, ma non ce ne rendiamo conto.
La lucidità nemmeno sappiamo più cosa sia. Forse, addirittura, non lo abbiamo mai saputo. Commettiamo errori su errori. Peggio: seguitiamo a fare sempre i medesimi.
Siamo malati. Lo ha certificato un medico. Che, per salvarci la ghirba, ci ha prescritto dei farmaci ben precisi:
«1) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
2) Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie (…). L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa (…). Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo (…).
C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province)».
Noi, invece, abbiamo deciso di non tenere in alcun conto le prescrizioni del medico. Anzi. Deliberatamente, in alcuni casi, abbiamo fatto l’esatto contrario di quanto ci veniva raccomandato: invece di assumere antibiotici (tagli alla spesa e riduzione dello stock di debito mediante privatizzazioni), abbiamo deciso di trangugiar curaro (incrementi d’imposta). A cercar la bella – o quantomeno: rapida – morte. Ché la vita ci pesava, evidentemente, e volevamo disfarcene al più presto.
E ci siam riusciti. Oggi, infatti, siamo null’altro che morti.
Succubi, però, della malia di Hypnos, non ne abbiamo ancora preso coscienza: strafatti, come siamo, di alcool – le buone intenzioni, divenute oramai niente più che slogan berlusconiani, del primo ministro Monti -, e di marijuana – il teatrino della politique politicienne nostrana, col suo strascico di demagogia, irresponsabilità, opportunismo ed arroganza che c’ottunde la mente.
Zombie, questo siamo, che si guardano allo specchio credendosi vivi. Con un sorriso, per di più, beota e compiaciuto. Per il pericolo scampato.
Mentre il burrone ci risucchia.
Sorridete, cazzoni. Ché la morte è bellissima.
«La crisi dell’Eurozona è superata, anche grazie al più solido sentiero imboccato dall’Italia» (Mario Monti).
(La situazione, da allora (2010), è peggiorata ancora: per noi e per altri paesi europei, come la Francia – che potrebbe essere il prossimo focolaio di crisi dell’Eurozona).
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