I deliri autoritari di Milena Gabanelli

Da mesi, la conduttrice di Report, la dottoressa in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) Milena Gabanelli, forte della propria indiscutibile competenza sui temi economici, ovviamente maturata grazie agli ottimi studi universitari, ci propina, sia su Telekabul che su il Corriere della Sera, una soluzione che, a suo dire, risolverebbe ogni nostro problema, e a cui nessuno, prima di lei, aveva mai pensato perché di laureati al DAMS, poveri noi, ce ne sono troppo pochi in giro. Eccola riassunta in breve: siccome l’Italia ha un’elevata evasione fiscale, e questa è la ragione prima (a suo dire) dell’alta pressione tributaria che soffoca la nostra economia, per tornare ad avere “fondamentali” come Dio comanda, è necessario vietare completamente l’uso del contante; in questo modo ogni transazione economica verrebbe posta in essere grazie alle carte di credito, l’evasione fiscale sarebbe ridotta a zero, e questo consentirebbe di recuperare il danaro necessario a falcidiare significativamente le tasse e rilanciare l’economia.

Si stenta a credere che un’idea sì geniale possa essere stata partorita dalla mente di un essere umano. Evidentemente, la Gabanelli non lo è.

Tuttavia, sarà che non disponiamo del suo immenso quoziente intellettivo; sarà che abbiamo fatto tutt’altro tipo di studi universitari; sarà che siamo oltremodo naïf in quanto democratici e per di più liberali, ma a noi, gente di modesto ingegno, la succitata proposta sembra una classica misura liberticida da Regime Dittatoriale.

Innanzitutto, al sopraffino intelletto della Gabanelli sembra sfuggire un dettaglio nient’affatto trascurabile: vietare ad un cittadino l’uso del mezzo di pagamento che più gli aggrada, significa limitarne la libertà. Non a caso, in nessun paese democratico al mondo trova applicazione la misura ch’ella suggerisce. Nemmeno a Cuba.

In secondo luogo, obbligare un cittadino ad usare “moneta elettronica” per effettuare acquisti, significa conoscerne e schedarne le abitudini: anche quelle più pruriginose; anche quelle più meritevoli di riservatezza.

Se si va in farmacia per comperare il Viagra e si è obbligati ad usare la carta di credito, l’acquisto lascerà traccia. Più d’una persona potrà sapere che siamo soliti ricorrere alla pillola blu magari per sopperire a qualche carenza di cui vorremmo nessuno fosse informato; anche perché, essendo cittadini e non schiavi, e vivendo in un sistema democratico, ci viene riconosciuto, quale diritto fondamentale, quello alla privatezza.

Allo stesso modo, se si va in farmacia per comperare un farmaco anti-Aids e si è obbligati a non usare il cash, la transazione lascerà traccia. Più di una persona, anche in questo caso, potrà venire a conoscenza di un fatto che è nostro diritto resti massimamente riservato.

Ma di tutto ciò alla Gabanelli frega meno di niente.

Ancora.

Cancellare completamente il contante, o anche solo limitarlo a transazioni di modico valore (100-150 euro), significa impedire ai minorenni di fare acquisti (visto che per avere una carta di credito occorre essere maggiorenni); e di avere, grazie alla paghetta settimanale o mensile, un briciolo di autonomia (essenziale ai fini di una sana ed equilibrata formazione psichica).

Un dodicenne, ad esempio, a meno che non sia accompagnato dalla madre o dal padre, se si elimina il cash non potrà più acquistare nemmeno un pacchetto di chewingum, un pennarello colorato, un quaderno o delle matite.

Un adolescente di quattordici anni, a meno che non sia accompagnato da uno dei genitori, non potrà più acquistare da solo nemmeno un paio di scarpe, un jeans, una felpa, un giubbotto o uno smartphone. Perché, assieme al contante, ovviamente, verrà messa fuori legge anche la sua paghetta settimanale o mensile. Come i danari che a Natale, a Pasqua e per il compleanno riceve dai nonni.

Un diciassettenne, a meno che non sia accompagnato dal paparino o dalla mammina (sai che umiliazione), non potrà più nemmeno andare al pub, il sabato sera, per acquistare un hot dog e una Coca Cola; o in discoteca.

Ma di tutto ciò alla Gabanelli frega meno di niente.

Ancora.

L’impiego della moneta elettronica, lo sappiamo tutti, comporta costi aggiuntivi. L’esercente, per ogni pagamento ricevuto con una carta di credito, è tenuto a versare alla banca, a titolo di commissione, tra il 2 e il 5% dell’ammontare dello stesso. Inoltre, l’importo che si può spendere mensilmente con una carta di credito, dipende dalla provvista di danaro che la banca ci mette a disposizione, mediante un’apertura di credito, e a titolo oneroso, ovviamente.

Il che significa che se oggi, tanto per fare un esempio, abbiamo una carta di credito che ci consente di poter spendere 500 euro mensili, e per avere a disposizione i quali siamo tenuti a versare alla banca un tot all’anno, domani, se dovesse essere vietato il cash e fossimo costretti a pagare tutto e solo con la moneta elettronica, dovremmo negoziare con la banca un’apertura di credito molto più consistente, sicuramente i succitati 500 euro mensili non ci basterebbero, e che ci costerebbe molto più di quel tot che oggi sborsiamo.

Anche di tutto ciò, tuttavia, alla Gabanelli frega meno di niente.

Ma c’è dell’altro.

La militante politica di Telekabul, come taluni sinistri, “parla male e pensa male”, per parafrasare Nanni Moretti.

Parla e pensa male perché inverte il nesso funzionale intercorrente tra la pressione e l’evasione fiscale: quest’ultima, che secondo Bankitalia ammonta a 120 miliardi l’anno, non è la causa dell’alto livello della prima; ne è l’effetto. La gente, purtroppo, evade perché strozzata dal Fisco. Punto primo.

Punto secondo. L’opprimente livello della pressione fiscale è dovuto all’immenso ammontare della spesa pubblica e del debito: visto che le tasse servono a finanziare la spesa, che ammonta a 800 miliardi, e a pagare gli interessi sull’indebitamento (80 miliardi annui).

Fino a quando non si ridurrà significativamente la spesa corrente ed il debito (mediante privatizzazioni), la pressione fiscale non diminuirà mai. E se anche si dovesse ridurre a zero l’evasione fiscale, in questo momento, il ricavato non verrebbe impiegato per abbassare le tasse agli italiani, ma per fare ciò che ai politici meglio riesce: comprare il voto di taluni connazionali con i soldi di tutti (a questo serve gran parte della spesa, e per questo non viene falcidiata).

Naturalmente, la Gabanelli, se non fosse quel gran genio incompreso che è, capirebbe perfettamente queste cose più che ovvie.



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