Vittoria! Oscar Giannino scende in campo

Come sa chiunque frequenti questo modesto blog, qui, un mesetto fa, sommessamente si era avanzata una proposta: Oscar Giannino scenda in campo, si candidi alla guida del Pdl (e del centrodestra) e lo renda, finalmente, quel partito liberal-conservatore, thatcheriano e liberista di cui il Paese ha assoluto bisogno (per non fare la fine della Grecia, innanzitutto).

Sembrava una cosa strampalata. Campata in aria. Più che altro, un wishful thinking (che registrava, però, il gradimento di tantissimi elettori del Pdl e del centrodestra). Mi si diceva: ma figurati se lo farà mai; è un giornalista; non potrebbe mai accettare una cosa del genere.

Siccome, però, qui si è alquanto presuntuosetti, si era assolutamente convinti che, prima o poi, Giannino avrebbe ceduto al richiamo della foresta (gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo). Cosa che, sia concesso dire: ovviamente, oggi è puntualmente avvenuta:

«A me appare chiaro che l’Italia sia in una cambio di fase più profondo ancora del 92-93, per proporzioni e gravità attuale della discontinuità economica e d’impresa rispetto alla crisi allora della lira.

Allora, se questo è vero,  chi la pensa come noi deve  porsi un problema. Se restare osservatore libero. O se e come darsi da fare, tirarsi su le maniche e costruire un’offerta politica nuova su questo semplice e dirimente crinale. Meno spesa per meno tasse, meno pubblico per abbattere il debito.

Ne vale la pena? Una pattuglia liberista, dura e pura. Per la libertà, per l’impresa, per il lavoro, per il PIL.

Non credo affatto che questi punti possano essere l’agenda del vecchio Pdl qualunque trovata abbia il suo anziano Mao Tse Tung: il suo tempo e  le sue prove in 17 anni le ha date, sono un passato di delusioni da dimenticare.

Non credo affatto che interessino alla sinistra, non me ne stupisco ed è giusto così.

Non credo affatto che interessino, però, neanche ai vecchi e nuovi dc e ai coloriti caroselli imprenditorial-managerial-intellettual che sui vecchi dc e qualche “tecnico”  convergono, magari su nuovi rossi treni. Leggo sul Foglio e sul Giornale di campagne di arruolamento conviviali estese al nostro mondo liberista. Non mi piacciono, non partecipo, conosco i soggetti che invitano e mi basta e avanza non frequentarli, visto che mi querelano per quel che scrivo trascinandomi in Tribunale.

Non è materia divisiva per questo blog, ciascuno ha le sue idee. Ma le mie sono queste, e le dico in chiaro.  Non vorrei tra pochi mesi trovarmi all’improvviso con amici liberisti che ricredono a nuovi Berlusconi opportunisti, neomoderatineocentristituttoeilcontrarioditutto, come fecero con l’originale 18 anni fa».

Ecco, se questo non è l’annuncio di una discesa in campo, Rosy Bindi è la sorella gemella di Moana Pozzi.

Certo, nel suo pezzo, Giannino ha scartato anche il Pdl. E, però, siccome è persona oltremodo intelligente e furba, ha usato accuratamente, e à la democristiana, il linguaggio. E, infatti, invece di dire che le sue posizioni, sic et simpliciter, non potrebbero mai trovar spazio nel programma di quel partito, ha usato una formula ben più ambigua e che lascia aperti molti spiragli (e scenari): «Non credo affatto che questi punti possano essere l’agenda del vecchio Pdl».

Ha escluso il vecchio Pdl. Ma, se ce ne fosse uno nuovo e rifondato, e che recuperasse lo spirito del ’94, la cosa, forse, si potrebbe fare (anche perché i liberisti duri e puri stanno a destra, non altrove).

Ciò detto, ne riparleremo dopo le Amministrative (quando, causa débâcle elettorale, Alfano dovrà dimettersi).

Estote parati (e spargete la voce).



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26 Responses to "Vittoria! Oscar Giannino scende in campo"

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