Mag 12
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A quanto pare, a sinistra hanno davvero deciso di perdere le prossime elezioni politiche e rianimare quel morto vivente che, allo stato, è il Popolo della Libertà.
Solo così, infatti, si spiegano la proposta folle di Nicola Latorre, creare una lista unica Pd-Sel, e la sortita, altrettanto delirante, di Nichi Vendola alla trasmissione In Onda di sabato scorso.
Vediamo cos’ha dichiarato il governatore della Puglia:
«Le tarantelle, il gioco dei 4 cantoni o delle belle statuine, i balletti dell’alleanzismo (sic!) a me non interessano. Bisogna capire qual è il cuore della proposta di Bersani. Se c’è una critica delle politiche liberiste e di austerità del governo Monti, è il nostro programma. Anche io avevo attese rispetto al nuovo governo, ma è fallita l’idea del Pd di condizionarlo. E la linea vincente, come si vede, è quella di Hollande: è battere la Merkel».
«Noi siamo disponibili a un programma socialdemocratico di tipo europeo. Proponiamo a Bersani di essere una coalizione limpidamente antiliberista».
Ecco. Io non so in quale dimensione spazio-tempo viva Nicolino Vendola. So solo che se non avesse cinquantaquattro primavere sul groppone, e fosse un ragazzino, non esiterei a consigliargli di tornare a scuola e di mettersi a studiare: ché da ciò che dichiara, dà l’impressione di essere un emerito analfabeta, oltreché un minus habens.
Partiamo dal governo Monti. Definire liberista la sua politica economica, che in spregio a qualunque postulato liberale ha portato ad un abnorme inasprimento del prelievo fiscale, è un’operazione davvero triste e meschina. Degna di un avventore di centri sociali strafatto di marijuana tagliata pure male.
Al contempo, qualificare in quel modo la riforma Fornero del mercato del lavoro, che ha praticamente smantellato la Legge Biagi e ridotto sensibilmente la cosiddetta “flessibilità in entrata”, coronando così i sogni del Sindacato e delle forze di estrema sinistra, è degno di uno sniffatore di colla.
Vorremmo sapere quali provvedimenti liberisti avrebbe adottato l’attuale esecutivo. Ha forse tagliato col machete la spesa corrente? No. Ha forse privatizzato? Nemmeno. Ha forse liberalizzato i servizi pubblici locali? Neanche per idea.
Si è limitato a fare una politica tendenzialmente di sinistra, e, per tale motivo, pessima.
Ma veniamo all’altra questione che Vendola ha sollevato, quella più importante.
Il governatore della Puglia ha proposto a Bersani di redigere «un programma socialdemocratico di tipo europeo» e di dare vita, pertanto, ad «una coalizione limpidamente antiliberista».
Anche in questo caso si fa fatica a pensare che il Pifferaio barese viva in questa dimensione spazio-tempo e che abbia coscienza e conoscenza del “reale”.
In nessun paese europeo, infatti, le forze che si dichiarano socialdemocratiche hanno un profilo antiliberista. La socialdemocrazia odierna, Vendola può apprenderlo finanche consultando Wikipedia, si caratterizza per una piena ed incondizionata adesione ai principi dell’economia sociale di mercato. Solo le forze comuniste o social-comuniste sono antimercatiste.
Pertanto, se il Nostro ritiene che l’antiliberismo debba essere l’elemento qualificante la coalizione di centrosinistra che ha in mente, anziché scomodare la socialdemocrazia, come riferimento politico della stessa, ed offendere così statisti come Schröder e Blair e Zapatero, che a quella si richiamavano, perché non tira in ballo il social-comunismo?
Perché non ne ha il coraggio? Se ne vergogna?