Il “benecomunista” De Magistris fa qualcosa di liberista: privatizza due società partecipate
«Perché i beni comuni rappresentano un progetto che non è solo politico? Io penso che con i beni comuni, e con la politica dei beni comuni, noi democraticamente aggrediamo lo spirito del liberismo, del capitalismo senile. Andiamo a colpire le logiche predatorie. Andiamo a colpire le politiche del consumismo universale. Andiamo invece a difendere le radici di un’umanità e di un progresso che sia in difesa dei diritti e della dignità degli essere umani e non del capitale come profitto, bensì del capitale umano».
Era il 28 gennaio del 2012 e, dal Forum dei Comuni per i Beni Comuni, Giggin’ ‘a Manetta, al secolo Luigi De Magistris, così si scagliava contro il liberismo e le privatizzazioni: ritenuti il Male assoluto.
Da allora, però, qualcosa deve essere cambiato.
Il Nostro, infatti, nei giorni scorsi, e per bocca del proprio assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo, ha annunciato di voler ricorrere proprio a qualche privatizzazione. L’intenzione è quella di alienare ai privati le quote di due società oggi partecipate dal Comune di Napoli, la Stoà e la Gesac: «Venderemo le quote dello Stoà e, presto, chiederemo al Consiglio comunale di autorizzarci alla cessione anche delle quote che il Comune detiene in Gesac».
La prima, nella quale il Municipio ha una partecipazione del 73,3%, si occupa di formazione. La seconda, controllata da Palazzo San Giacomo al 12,5%, invece, della gestione dei servizi aeroportuali di Napoli. La vendita, inoltre, dovrebbe fruttare alle casse comunali 20 milioni di euro.
Si tratta di un’operazione senz’altro giusta. E che deve essere salutata con favore. Almeno da noi liberali.
Ciò detto, ci si chiede quanto sia coerente il De Magistris che oggi privatizza, con quello che, appena divenuto Sindaco, istituiva un assessorato la cui mission dichiarata era proprio quella di contrastare le privatizzazioni:
«Da Napoli, prima città ad aver istituito un Assessorato ai Beni Comuni (prof. Alberto Lucarelli), ha inizio il percorso politico-partecipato che intende costruire una nuova forma di azione pubblica locale per tutelare e valorizzare quei beni di appartenenza collettiva e sociale che sono garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini. Per invertire l’attuale tendenza alla privatizzazione dei beni comuni è necessario costruire una nuova forma di azione pubblica locale fondata sulla tutela dei Beni Comuni».
Allo stesso tempo, ci si chiede quanto sia coerente il proposito di dismettere talune partecipazioni societarie, con il fatto di aver erogato, col Bilancio di previsione 2012, altri 20 milioni di euro a favore di municipalizzate ora in liquidazione, è il caso del Consorzio liquami San Giovanni, ora in perdita, è il caso della NapoliServizi, sol perché usate per assumere parenti, amici, amanti e clientes:
«NapoliServizi è considerata un feudo del Pd, degli ormai ex bassoliniani (…). Nel 2001, quando diventa operativa, ha 400 dipendenti, tutti ex lavoratori socialmente utili con contratto a tempo determinato. L’anno seguente ne arrivano altri 44, poi la crescita diventa quasi esponenziale, 470 assunzioni nel 2003, nel 2007 altre 500. Nel 2008, l’anno della grande crisi dei rifiuti, il Comune annuncia solenne l’intenzione di dismetterla. Poi ci ripensa e stanzia 50 milioni da mettere a bilancio per ripianarne i debiti. Nessuno si fa domande sulla causa dell’indebitamento di una società così giovane, e per giustificare l’esborso vengono aggiunte nuove competenze come le pratiche di condono, gestione del catasto urbano e dei terreni, la gestione di eventi sportivi e la vigilanza armata nei parchi, attività che richiede altri esborsi e assunzioni, perché molti dipendenti della società hanno qualche precedente penale, come ammettono i sindacati interni, e per legge non possono certo girare con la pistola alla cintura» (il Correre della Sera, 19 settembre 2011).
P.S. Vi ricordo che è possibile donare 2 euro a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, inviando un sms al numero 45500.
Toh, ha scoperto l’acqua calda il De Magistris ? Mi piacerebbe sentire Di Pietro a riguardo.
Risposta a paolo:
Sì, ma a quanto pare vuole fare un rimpasto e liberarsi, guarda caso, proprio del succitato Realfonzo 😉