Giu 12
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Come direbbero a Sankt Moritz: è una pippa; o, se preferite il linguaggio anglosassone, un cattivo amministratore. A certificarlo, un’autorità “terza” e di tutto rispetto: Banca d’Italia. La quale, prima di emettere questo impietoso verdetto nei confronti di Nicolino Vendola, ha analizzato dal punto di vista macroeconomico l’andamento della Regione Puglia tra il 2002 e il 2011; appurando quanto segue.
Innanzitutto, nell’arco di tempo considerato, il Nostro è riuscito a bruciare 34.000 posti di lavoro: provocando un calo dell’occupazione del 2,76%.
Nello stesso periodo, poi, «sono aumentati i debiti dei pugliesi che nel rapporto con il reddito sono addirittura raddoppiati passando dal 25% (2003) al 51%».
Quanto alle tasse, Nicolino ha spremuto a dovere i propri cittadini: le entrate hanno fatto registrare un incremento del 10,6% l’anno. E, almeno in parte, sono servite, con ogni probabilità, a garantire copertura finanziaria ad alcune assunzioni clientelari: tra il 2007 e il 2009, infatti, il numero degli occupati e la spesa per gli stipendi nella pubblica amministrazione sono cresciuti dell’1,8% annuo.
Il rapporto di Palazzo Koch, però, è riuscito ad individuare anche due dati positivi: la crescita dell’export (+18%) e quella del turismo (+4%).
Dimenticavo. Vendola guida la Puglia da sette anni.