God Save David Cameron (ovvero: altro che i fascistelli e i sedicenti liberisti nostrani)

I capi di stato e di governo europei si preparano a dare il via libera alla Tobin Tax. Una tassa che, nelle intenzioni dei proponenti, rendendo più onerose le transazioni finanziarie dovrebbe mettere a freno la cosiddetta speculazione, e, per questo tramite, salvare le economie “reali” del Vecchio Continente.

Peccato che le economie di molte nazioni europee attraversino una fase di difficoltà non per colpa della speculazione, ma per problemi interni che molti governanti non si prendono cura di risolvere.

Si prenda l’Italia. È colpa della speculazione se ha il quarto debito pubblico al mondo ed il secondo in Europa? Nient’affatto. È colpa di decenni di scellerate politiche keynesiane e catto-fascio-comuniste.

È colpa della speculazione s’essa cresce poco? Nient’affatto. Anche nel decennio anteriore all’inizio della crisi, quando la parola speculazione nemmeno faceva parte del dizionario di molti politicanti, cresceva meno di qualunque altra nazione europea. E ciò per alcune semplici ragioni: vanta indici di libertà economica che sono tra i più bassi dell’orbe terracqueo92esima al mondo; superata finanche dall’Azeirbagian, dal Ruanda, dalla Malesia, dal Ghana, dal Burkina Faso, dall’Albania e dalla Croazia); un livello di tassazione oltremodo elevato e tale perché deve finanziare una spesa pubblica elefantiaca; burocrazia e leggi che soffocano l’intrapresa e producono corruzione; norme che scoraggiano l’assunzione di forza lavoro.

È colpa della speculazione, ancora, s’essa possiede migliaia di società pubbliche, le cosiddette municipalizzate, un terzo delle quali è in perdita, e che succhiano risorse dalle tasche del contribuente per dargli in cambio servizi da Quarto Mondo? Nient’affatto. È colpa di decenni di keynesismo catto-fascio-comunista e della corrotta e pelosa statolatria dei nostri politici; che avversano il Libero Mercato perché, se da noi operasse appieno, non potrebbero più usare i “beni comuni”, le succitate società partecipate, per assumere parenti, amanti e clientes.

La cosiddetta speculazione (al pari dell’attuale crisi economica) non ha prodotto i nostri mali. Ci ha presi di mira, talvolta, per le ragioni suesposte: perché abbiamo un sistema economico fragile e malconcio. D’altra parte, questo fa la speculazione: colpisce le economie endemicamente deboli.

Però, così facendo, assolve ad una funzione importante: lancia messaggi, avvertimenti; fornisce informazioni alle opinioni pubbliche; dice loro: fate cambiare rotta ai vostri governanti perché mal gestiscono il vostro paese senza risolverne i problemi o, addirittura, aggravandoli.

Provare a bloccare la speculazione, oltreché inutile, sarebbe dannoso.

Ne è ben consapevole il premier liberal-conservatore David Cameron. Il quale, al contrario di molti suoi colleghi europei, ha detto no alla Tobin Tax, in quanto ridurrebbe l’afflusso di capitali esteri e renderebbe sostanzialmente ancora più fragili le economie e le imprese (che avrebbero più difficoltà a finanziarsi).

Con questa decisione, e ove mai le cancellerie di mezza Europa decidessero alla fine d’introdurre per davvero quel balzello, avrà garantito ulteriori flussi di danaro verso il Regno Unito. Bravo.

Ma non basta.

In questi giorni si discute anche dell’eventualità di dare vita ad una sorta di unione bancaria, allo scopo di mettere al riparo – così dicono i governanti europei – gli istituti di credito da eventuali ulteriori rischi legati all’attuale crisi.

Ebbene, il Nostro ha risposto niet anche a questa ipotesi. Così, se dovesse essere tradotta in pratica, e come ha scritto Stefano Montefiori su il Corriere della Sera, riprendendo un’indiscrezione apparsa sul Financial Times:

«La Gran Bretagna (…) andrà incontro ad un destino da “Grande Guersney”, un futuro da paradiso fiscale come le Cayman ma popolato da 62 milioni di abitanti».

Un genio.

Per non parlare del fatto che, per fare concorrenza alle altre nazioni, e favorire la ripresa economica e la crescita dell’occupazione, Cameron, dopo aver falcidiato la spesa corrente di 104 miliardi di euro dal 2010 ad oggi (contro i 68 decurtati dall’Italia nello stesso arco di tempo), ha tagliato di due punti percentuali, portandola dal 26 al 24%, la Corporate income tax, ovvero la tassa sulle aziende; che, nel 2014, verrà ulteriormente ridotta e portata al 22% (il livello più basso mai raggiunto in quel paese). E, se tutto va come deve, e come ha dichiarato il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne:

«Poi avremo nel mirino l’obiettivo finale: quota 20».

Centrato il quale, il Regno Unito diverrebbe uno dei posti al mondo in cui più è conveniente fare impresa, creare ricchezza e occupazione (anche per effetto di altre detassazioni).

Ecco. Ne prendano nota i sedicenti destri nostrani, in realtà null’altro che fascisti, e certi sedicenti liberisti che, per ciò che suggeriscono – patrimoniali, a tutto spiano, e norme per rendere meno flessibile in entrata il mercato del lavoro –, paiono, più che altro, dei “diversamente socialisti” (diciamo francamente).

Le ricette di Cameron, e solo quelle, dovreste proporre.

Per apparire credibili e autenticamente di destra e liberisti; e rimediare pure qualche voto, anziché esclusivamente figure di merda.



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