Fermare il Declino, il manifesto di Oscar Giannino per un vero centrodestra
Riporto da Fermare il Declino:
«Dobbiamo fermare il declino italiano, di cui la crisi finanziaria è solo un’aggravante.
La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 – tranne poche eccezioni individuali – ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.
Per farlo deve generare mobilità sociale e competizione, rimettendo al centro lavoro, professionalità, libera iniziativa e merito individuale. Affinché l’interesse di chi lavora – o cerca di farlo, come i giovani e tante donne – diventi priorità bisogna smantellare la rete di monopoli e privilegi che paralizzano il paese. I problemi odierni sono gli stessi di vent’anni fa, solo incancreniti: l’inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse che lo finanziano stanno stremando l’Italia. Perdendo lavoro e aziende, migliaia di persone non sono più in grado di produrre e milioni di giovani non lo saranno mai.
Tagliare e rendere più efficiente la spesa, ridurre le tasse su chi produce, abbattere il debito anche attraverso la vendita di proprietà pubbliche, premiare il merito tra i dipendenti pubblici, promuovere liberalizzazioni e concorrenza anche nei servizi e nel sistema formativo, eliminare i conflitti di interesse, liberare e liberalizzare l’informazione, dare prospettive e fiducia agli esclusi attraverso un mercato del lavoro più flessibile ed equo. Sono queste le discriminanti che separano chi vuole conservare l’esistente da chi vuole cambiarlo per far sì che il paese goda i benefici dell’integrazione economica europea e mondiale. Nessuno, fra i partiti esistenti, si pone neanche lontanamente questi obiettivi. Noi vogliamo che si realizzino.
Per questo motivo auspichiamo la creazione di una nuova forza politica – completamente diversa dalle esistenti – che induca un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica. Cittadini, associazioni, corpi intermedi, rappresentanze del lavoro e dell’impresa esprimono disagio e chiedono cambiamento, ma non trovano interlocutori. Ci rivolgiamo a loro per avviare un processo di aggregazione politica libero da personalismi e senza pregiudiziali ideologiche, mirato a fare dell’Italia un paese che prospera e cresce. Invitiamo a un confronto aperto le persone e le organizzazioni interessate, per costruire quel soggetto politico che 151 anni di storia unitaria ci hanno sinora negato e di cui abbiamo urgente bisogno.
Le nostre proposte. 10 interventi per la crescita.
1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico. È possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.
3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d’impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l’evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.
4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d’ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.
5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse. Imporre effettiva trasparenza e pubblica verificabilità dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti i funzionari pubblici e di tutte le cariche elettive. Instaurare meccanismi premianti per chi denuncia reati di corruzione. Vanno allontanati dalla gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli amministratori che hanno subito condanne penali per reati economici o corruttivi.
7) Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l’efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l’indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.
8 ) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.
9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo.Va abolito il valore legale del titolo di studio.
10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l’obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa “questione meridionale” va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell’ultimo mezzo secolo».
Per aderire al Manifesto, o per avere altre informazioni, si può cliccare qui.
P.S. Ritorno in ferie (ci si rivede a fine agosto).
Il mio voto è garantito con questo programma. Forza Oscar!
Risposta a simo:
Attendiamo di capire se avrà un futuro e se si strutturerà in partito. Occorrono molte adesioni.
Bella iniziativa,
ho aderito, ma mi chiedo COME sara` possibile cambiare le cose…
Per esempio immagino la proposta di “fare funzionare la giustizia”. E` sicuramente fondamentale e propedeutico a tutto che la giustizia (penso ora a quella civile) funzioni. Altrimenti non si puo` chiedere a nessuno di investire nel nostro paese.
Purtroppo l’impressione che ho e` che le leggi non siano state scritte per la tutela ed il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, ma per permettere a chi puo` / vuole di fare il proprio comodo.
… e allora come fare?… Forse occorrerebbe abrogare buona parte del codice civile (lasciando la costituzione e poche altre leggi autostrutturate) per poter costruire una struttura di leggi congruente ed in grado di rimettere le cose su un piu` giusto binario, ma mi sembra una strada impraticabile.
Credo sia indispensabile affiancare le enunciazioni di buone intenzioni con proposte di realistici criteri operativi che possano concretamente permettere di realizzare i progetti che si hanno.
Porgo cordiali saluti a tutti
Aldo
E’ tutto molto bello anche se manca la sacrosanta responsabilità civile dei magistrati che purtroppo continuano a fare come se fossero domineddio in terra sulla pelle dei poveri cittadini.A spese dei contribuenti vanno avanti con indagini che hanno un unico effetto ed è quello di disastrare chi è preso di mira per poi approdare spesso a nulla o quasi. E poi per favore smettiamola di parlare di Magistratura, parliamo di magistrati singoli che si nascondono dietro il paravento dell’istituzione magistratura. Deve essere ben chiaro che i singoli magistrati sono chiamati a rispondere delle proprie azioni o errori nei confonti del cittadino sovrano e togliere così l’alibi all’ANM che parla di attacco alla Magistratura.
Pure le virgole sono da sottoscrivere. Davvero un programma giusto, realistico e credibile. Voterò con gioia questa volta 😛
Ahaha, non c’entra niente con il centrodestra cari.. ma se si può firmare anche se lo si è stati.
Ammesso che non consideriate Zingales, Boldrin, Nicola Rossi (ex PD), Irene Tinagli (ex Veltroniana), Andrea Romano (ex Democratici di Sinistra), Bisin and co gente di centrodestra.. solo Giannino lo è (in parte).
Mi sembra molto poco corretto lanciarlo come progetto per un vero centrodestra, suvvia.. è vero che ci sta in mezzo il tea party (ahinoi), ma ora che anche i radicali si stanno definitivamente decidendo ad appoggiarlo sarà ancor meno di cdx.
Ci sono più blairiani che destrosi, e ce ne saranno sempre di più.. occhio alle primarie del PD e a ciò che faranno montiani e renzi.
Ma possibile che la destra italiana sia scomparsa?
Ma come, dalle demoplutocrazie giudaiche all’esaltazione del liberismo anglosassone proprio quando è moribondo?
Gli Stati Uniti stanno diventando un paese ispanico, il Regno Unito andrà in pezzi devastato dai riots degli immigrati e dal collasso dell’economia finanziaria basata solo sulla carta straccia, esportata nei paesi sani per tenere in vita una anacronistica monarchia retta da prostitute e culattoni, e noi stiamo lì a tenergli bordone?
La sinistra governerà,in Italia ed Europa, per decenni.
Bisogna tornare alla buona vecchia destra statalista, protezionista, sciovinista, che favorisce l’industria (specie quella degli armamenti), quella legge ed ordine del Grande Prefetto Mori, anche perchè nel sud del mediterraneo avanza l’integralismo ed abbiamo bisogno di una mano forte, autoritaria e statolatra.
Risposta a corbulone:
Ciò di cui parli è fascismo, ovvero nazional-socialismo, socialismo tricolore, e che con la destra c’entra nulla. Ciò cui qui si fa riferimento, invece, è liberal-conservatorismo: la piattaforma programmatica di politica economica di tutte le destre, propriamente dette, mondiali.
Inoltre, la ragione per cui l’Italia cresce poco ed è in declino, ed avveniva anche nel decennio anteriore all’inizio della crisi, è dovuta proprio allo statalismo che, dall’inizio della Repubblica ad oggi, le ha regalato 1.996 miliardi di debito; 13.000 aziende pubbliche, molte delle quali sono in perdita e a pagarne il conto sono i poveri; vincoli burocratici e legislativi che frenano l’intrapresa e rendono difficile l’esistenza agli individui; scarsi indici di libertà economica; un eccesso di tassazione che serve appunto a finanziare quella spesa pubblica di cui campa lo statalismo che magnifichi.
Risposta a Centrodestra:
Questo è il programma con cui è nata, nel lontano 1994, la Casa delle Libertà. Questo, sia pur rimaneggiato ed attualizzato, è il programma con cui è venuta a vita Forza Italia; e con il quale il Pdl si è presentato agli elettori, nel 2008, e che ha tradito. Prendine atto, suvvia 😉 Inoltre, il Pdl ha dimostrato, per la politica economica che ha fatto in questa legislatura, di non essere un partito di centrodestra, ma di centrosinistra moderato; ed ha piazzato in tutti i Ministeri chiave, quelli economici, come se non bastasse, persone di sinistra, socialisti: Tremonti, Sacconi, Brunetta. Per non parlare, poi, di Frattini, di Margherita Boniver e Stefania Craxi; o di Sandro Bondi che, candidamente, un anno fa dichiarava: «Io sono di sinistra. Vorrei un partito come quello di Gordon Brown». 😉
Risposta a Domenico:
Sono d’accordo. In ogni caso, in questo programma, che per esigenze pratiche non poteva che essere breve, mancano molte cose. Che verranno aggiunte sul sito di Fermare il Declino a partire dalla fine di agosto.
Risposta a Massimo:
😉
Avevo molto entusiasmo, fino a quando non ho visto le magliette con cui vogliono perorare la causa.
Ma chi se la mette una maglietta con su scritto “ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni” e poi sotto una spataffiata di testo che manco la Divina Commedia.
Ora, il problema non è la maglietta in sé, ma l’evidente mancanza di una strategia di comunicazione. Bisogna scaldare i cuori, attirare gli scettici, emozionare con slogan efficaci: riportare i punti del programma paro paro su una T-SHIRT non è esattamente il modo migliore.
Gli ho scritto per segnalare questa gaffe clamorosa. Vediamo che dicono. 🙂
Risposta a Paolo2:
Ciao, Paolo. Sono d’accordissimo, purtroppo. Mi sono collegato ieri e ho visto l’obbrobrio. Comprensibile la voglia, dettata dalla necessità, di reperire fondi per fare campagna elettorale; del tutto folle l’idea di riuscirvi vendendo quelle t-shirt 😀 Speriamo rimedino.
Ciao e buon Ferragosto.
Condivido il programma di massima ma questa è operatività. Manca sempre la strategia, una presa di posizione chiara sul modello economico finanziario. Tutto questo non è attuabile o è inutile se non si torna alla sovranità monetaria. Non esiste alcuna possibilità di governare bene finché si sarà schiavi di un sistema monetario privatizzato, gestito dalle elite finanziarie che speculano sulle economie reali dei paesi sudditi. Non vedo nulla relativamente al modello economico-finanziario da adottare. Certamente non può andare bene così com’è!… Prima la strategia e la linea guida, poi si pensi a governare e su quello vedo idee chiare e condivise. Perché non si affronta il problema con coraggio una volta per tutte?
caro compatriota,leggo con profonda simpatia il tuo sforzo onde ovviare li grave disagio economico in cui cittadini di dubbio valore stanno la stanno costringendo. Tali cittadini da sessanta anni si sono proposti ad amministrare la res pubblica. Sono politicanti traditori che purtroppo non hanno altro scopo senon quello egoistico di creare per se immensi privilegi al pari dei grandi dittatori. Ora la tua proposta di creare un gruppo che abbia a cuore le sorti della nostra povera italia e encomiabile ma purtropponon vedo nelle tue proposte le basi ne un valido strumento per mettere ordine alla sconquassata macchina statale che necessita invece di interventi radicali di organizzazione. La nostra reppubblica necessita essere completamente rifondata su basi di vera attuazione della costituzione che si basa sui principi di uguaglianza tra gli uomini. Principi che non rinunciano al merito e all impegno di ogni cittadino. Le disuguaglianze cre.ate artificiosamente sono vera cancrena che ostacolano l progresso e favoriscono ogni sorta di inefficienza he si concretizzano nell escludere milioni di cittadini da quel meccanismo virtuoso che ogni economia necessita per tenerla a livelli efficienti. Rifondare lo stato rimane l obiettivo primario,riportare lo stato alle sue funzioni di soggetto che gestisce le regole di competizione tra cittadini. Oggi abbiamo uno stato che attraverso la burocrazia rende e assoggetta. Le imprese ai suoi voleri e manie costringendo attraverso l imposizione di tasse a versare per soddisfare. L inutile e dannosa avidita dei politicanti che sono vera cancrena,problema,fautori dell attuale disagio in cui versano molti cittadini italiani.
Ora caro oscar giannino non so quale debba essere il contributo che gli italiani debbano pagare per la tua discesa in campo. Ma se anche tu, come il mario monti, non avrai attenzione alla vera realta economicaitaliana anche tu diventerai un NUOVO SOGGETTO che non risolvera i primari bisogni di questa povera italia,bensi li AGGRAVERA. se nel profondo dell animo non ti senti un patriota pronto a sacrificare la tua avidita e meglio lasciar perdere in quanto di PAROLAI. In. Italia c e INFLAZIONE mentre mancano i BRACCIANTI. viva l italia
Non mi sono mai considerato di “destra”. Magari perchè la destra italiana recentemente non ha dato prova di grande affezione al liberalismo e non si è dimostrata all’altezza delle destre europee e di quella americana. Comunque sono incappato in questo posto e vorrei fare due osservazioni: 1. con tutti i distinguo possibili negli ultimi vent’anni chi si è avvicinato di più a questo genere di politiche è stato il csx. Purtroppo da quella parte ci sono troppe resistenze ideologiche e non solo dei “comunisti” ma anche di tanti “moderati”.
2. Un programma del genere lo sottoscriverei in pieno e il soggetto politico che lo volesse realizzare avrebbe il mio voto con assoluta sicurezza.
Buone ferie e grazie per il post. 🙂
finalmente un programma serio presenato da una persona seria; condivido a pieno il programma e confido che lo faccia un buon numero di italiani! Penso che siano tutte cose realizzabili (anche se accostate alla realtà di oggi sembra fantapolitica) grazie all’impegno di tutte le persone che oggi si sentono non rappresentate da nessun partito in parlamento e tanto meno si sentirebbero rappresentati dall’antipolitica.
siamo in tanti rammaricati nel vedere sprecare il denaroi che versiamo al fisco con tanta fatica! Probabilmente ci unisce il “vecchio” programma dettato dal Prof Spadolini alla nostra generazione , ma penso che oggi sia necessario attivare tutte quelle perziose risorse umane che fino a ieri erano semplici spettatori della politica per non “sporcarsi” le mani con la stessa . Oggi è richiesto l’impegno di questi ! a presto
Dott Giannino la ringrazio per dare voce a tanti come me che desiderano evitare il declino pilotato dai professori ai quali tutti abbassano il capo senza rendersi conto che ad oggi i risultati delle loro politiche sono assolutamente deludenti.
Risposta ad Alessandro:
😉
Mi soffermerei sul punto 9: l’università italiana oggi fa molto schifo. Purtroppo, dal ’68 in avanti, l’università è diventata un diplomificio e non risponde appieno alle richieste del mondo del lavoro. Manca anche di serietà e di un metodo di valutazione uniforme: perché le tesi di una stessa facoltà ma in università diverse (es: Palermo e Padova) devono essere valutate con due punteggi differenti? Perché alcune università impongono la scrittura della tesi e in altre no (vedi economia triennale a Venezia?). Perché a Padova dev’esserci una facoltà di relazioni internazionali a numero aperto quando a meno di 50 km di distanza ne hanno aperto un’altra pubblica a Venezia con le stesse identiche funzioni? Perché si mettono regole d’ammissione che in certi casi vegono disattese: perché l’Università ha bisogno di soldi? Non ci si accorge che poi la facoltà sforna un numero di laureati che poi non riusciranno a trovare lavoro?
Ma c’è anche da dire però che in Italia, a detta di chi offre lavoro, gli unici che sanno fare veramente qualcosa sono quelli laureati in Economia, Giurisprudenza ed Ingengeria. Allora, se le condizioni sono queste, non si fa prima ad eliminare il dams, scienze politiche di qualsiasi facoltà, lettere e altro?
Secondo me bisogna ripartire nella costruzione di una nuova università. I governi precedenti non hanno fatto altro che provocare problemi nonostante buone prospettive iniziali. Speriamo che Giannino dia una soluzione anche in questo. Per il momento il manifesto ha il mio appoggio.
Risposta a Ivan:
Per il sottoscritto l’Università è l’Alfa e l’Omega per garantire molte cose, innanzitutto la possibilità ai meno abbienti di raggiungere qualunque traguardo sociale. Proprio per questa ragione, e per le cose da te scritte, fosse per me le si dovrebbe privatizzare, naturalmente non tutte, onde creare molteplici Bocconi sparpagliate lungo la Penisola; con i risparmi così conseguiti, poi, andrebbero innanzitutto finanziate borse di studio munifiche ai poveri. La concorrenza tra pubblico e privato garantirebbe effetti pregevoli per il sistema-istruzione nel suo complesso.
sono essenzialmente d’accordo sia sull’iniziativa sia sul documento. mi si conceda di dare un contributo . Per me il nocciolo del problema politico ma anche economico riguarda l’aspetto etico; fino a quando non si farà una vera efficace legge anticorrizione tutti i bei propositi andranno disattesi. E’ opinione diffusa che senza corruzione il nostro sarebbe un paese tra i più operosi ed efficienti al mondo. Tolta la corruzione, va da sè che i primi due punti del manifesto troverebbero quasi una automatica soluzione (mai vendere o svendere a sciacalli i beni dello stato, la nostra storia). Lotta totale alla corruzione (che va sotto la voce spesa pubblica), Via dal parlamento i pregiudicati i condannati, gli indagati, le prostitute e i fannulloni. tutto il resto… è inefficace.
scusate il disturbo
Risposta a castore:
“E’ opinione diffusa che senza corruzione il nostro sarebbe un paese tra i più operosi ed efficienti al mondo”.
Ecco. Permettimi di essere franco: proprio perché è opinione diffusa, è sbagagliata. Ne spiego il perché.
La corruzione, che a sua volta genera problemi e che naturalmente è un cancro, è l’effetto e non la causa dei nostri mali più profondi. L’effetto.
Perché c’è corruzione? Perché c’è troppa intermediazione politica, troppe leggi, troppe regolamentazioni, troppi controlli, troppo stato. Si corrompe qualcuno per fare rapidamente qualcosa che la legge ostacola o rende complicata. Non a caso, l’Italia è il paese al mondo col più alto numero di leggi. Aggiungi a questo che lo stato, ovvero la classe politica, è troppo pervasivo, invade qualunque ambito, legifera e regolamenta tutto, e otterrai il resto: i politici, ovvero lo stato, legiferano all’inverosimile allo scopo precipuo di complicare l’esistenza ai cittadini; con l’auspicio che molti di essi siano portati ad allungare loro bustarelle per risolvere, prima dei tempi canonici, una qualsivoglia pratica.
Se anche domani mattina fosse approvata la migliore legge anticorruzione al mondo, non cambierebbe alcunché. Ciò che la genera, infatti, rimarrebbe in vita.
Se si vuole sconfiggere la corruzione, va ridotto il perimetro dello stato, ovvero della intermediazione politica. Va ridotto il numero delle leggi, che devono anche essere riscritte meglio, dei regolamenti e delle ordinanze.
Trattasi di problema vecchio come il cucco: Corruptissima re publica plurimae leges. 😉