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Caro Giannino, il Pd di Renzi continuerebbe pur sempre ad essere anche il partito di Fassina e Cofferati

A fare il tifo per Renzi, a sperare vinca le primarie e s’aggiudichi la leadership del Pd, siamo in tanti. Ma non tutti per la medesima ragione.

Il sottoscritto, che guarda alle dinamiche politiche auspicando evolvano in senso liberale e bipartitico, sì da garantire un equilibrio sistemico più “avanzato” ed utile a fronteggiare le sfide della contemporaneità, innanzitutto quelle economiche, tifa per il Toscanaccio perché con lui, ne è certo, la sinistra diverrebbe qualcosa di presentabile e dignitoso; riuscirebbe ad attirare molti elettori che non appartengono al proprio perimetro; renderebbe del tutto marginale, in termini elettorali, la presenza di un partito affatto inutile come quello di Casini, cui sottrarrebbe un mare di voti; potrebbe addirittura attrarre diversi supporter del centrodestra, spingendo i partiti che attualmente ne presidiano l’area, a cominciare dal Pdl, a darsi un’identità più marcatamente liberal-conservatrice, in senso thatcheriano e reaganiano (ed anche cameroniano) e non certo clerico-fascista come paiono volere i Quagliariello e i Sacconi, onde meglio assecondare le richieste delle proprie consituency, ceti produttivi in primis, ed evitare che queste possano indirizzare le proprie preferenze altrove.

Insomma, Renzi, è opinione di chi scrive, potrebbe rendere la sinistra finalmente appetibile anche all’elettorato moderato, ed innescare dinamiche concorrenziali tra i diversi partiti dell’intero arco costituzionale; cosa che gioverebbe al Paese.

Gli ultimi vent’anni, infatti, hanno visto contrapporsi due coalizioni in fin dei conti analoghe: una di centrosinistra massimalista (l’Unione) e l’altra di centrosinistra riformista (il cosiddetto centrodestra). L’alternanza delle quali non ha prodotto alcun risultato positivo per la Nazione proprio perché, vincesse l’una o l’altra, a governare erano sempre e solo socialisti; sempre e solo persone di sinistra; sempre e solo “conservatori dello status quo” economico e sociale.

Al contrario, entrasse in circolo il “virus Renzi”, la scheggia impazzita, che parla liberale e pare (sottolineo: pare) essere convinto di ciò che sostiene, l’attuale equilibrio politico salterebbe in aria: non avremmo più una sinistra catto-comunista rispetto alla quale, per sembrare di destra, ai suoi avversari sarebbe sufficiente essere socialdemocratici – come sin qui è stato per Forza Italia ed Alleanza Nazionale, prima, e per il Pdl, dopo; avremmo una sinistra addirittura lib-dem, più ancora che lib-lab, e questo imporrebbe ai partiti che le si oppongono di darsi una fisionomia autenticamente di destra, cioè oltremodo liberale in economia e liberal-conservatrice, non certo tradizionalista e reazionaria, sulle questioni eticamente sensibili.

Questo, almeno, sulla “carta”. Perché, poi, nei fatti, le cose andrebbero un tantino in modo diverso.

Il Pd di Renzi, qualora quest’ultimo ne conquistasse il comando, seguiterebbe pur sempre ad essere anche il Pd dell’impresentabile social-comunista Stefano Fassina, dell’impresentabile social-comunista Matteo Orfini, dei presentabili social-comunisti Sergio Cofferati e Cesare Damiano. Seguiterebbe, insomma, ad essere un partito sospeso a metà tra l’Ottocento ed il Terzo Millennio, tra l’utopismo massimalista ed il pragmatismo riformista. A meno che il Nostro non epurasse i suddetti o riuscisse ad imporre loro il motto, e la prassi, dei Carabinieri: Usi a obbedir tacendo.

Siccome, però, si fa fatica a pensare che uno come Fassina, che inneggia ancora alla lotta di classe e con toni talvolta non dissimili da quelli degli extraparlamentari di sinistra degli anni ’70, possa accettare le regole democratiche, chi vince le primarie e conquista la guida del Pd ne stabilisce anche la linea e la minoranza deve ossequiarla senza verbo proferire, o abbandonare la nave e sceglierne un’altra (ad esempio, SeL), si può facilmente profetizzare che, quand’anche Matteuccio conquistasse la leadership del partito, nel Pd, rispetto ad ora, poco o punto cambierebbe in termini di sostanza. Cambierebbe soltanto il modo di presentarsi, la forma. Ma la politica, quella vera, quella che conferisce il soffio vitale e l’anima ad un partito, è sostanza: contenuti, proposte, istanze. Questi, anche con Renzi al comando, difficilmente cambierebbero in modo sostanziale. Perché comunque seguiterebbero a scaturire da un compromesso, una mediazione, tra le diverse anime del partito. Esattamente come avviene ora.

Renzi, dunque, con ogni probabilità, riuscirebbe soltanto ad accelerare l’evoluzione, ovvero il ritorno allo spirito primigenio, del Pd: a riportarlo appena più in prossimità del “Lingotto” e appena più lontano dall’Ottocento. Tutto qui.

Ecco, siccome lo scenario qui tratteggiato dovrebbe apparire plausibile a tutti, vien da chiedersi come sia possibile invece che Oscar Giannino non solo non l’immagini e preveda, ma arrivi addirittura a prospettare, in caso di vittoria di Renzi (alle primarie), un’alleanza col “suo” Pd; come se esso, in quel caso, potesse cessare d’essere il partito gravido di anti-liberisti à la Fassina che oggi è. In primis.

In secundis. Se Giannino ha in mente un’operazione contro natura, schierare Fermare il Declino a sinistra, i liberal-libertari e i liberal-conservatori (quelli che oggi sostengono FilD) dalla stessa parte dei loro principali avversari (i socialisti), lo dica subito, non a dicembre. E chiaramente. È una questione di serietà.

Ha tempo una settimana a partire da oggi. Non un giorno in più.

Poi ognuno prenderà le proprie decisioni e la propria strada.



19 Comments on “Caro Giannino, il Pd di Renzi continuerebbe pur sempre ad essere anche il partito di Fassina e Cofferati”

  1. Massimo Says:

    Se pensa ad un’alleanza col Pd, il mio voto se lo sogna. Poco ma sicuro.

  2. camelot Says:

    Risposta a Massimo:
    Anche il mio. Però gradirei saperlo a breve, non tra due mesi. Non intendo far pubblicità ad un movimento il cui obiettivo è finire nelle braccia della Cgil e di Fassina. Se la direzione di marcia è quella, tanti saluti e grazie. Tolgo banner ed altro e amici come prima.

  3. FabioG Says:

    Le considerazioni che fai sul Pd sono sacrosante, pero’ alla fine quello che fa gola sono Renzi e il consenso trasversale che al momento si sta portando dietro e che fa troppo pandan con il movimento di Giannino. Tra l’altro le tue stesse considerazioni le faceva Boldrin in un’incontro a Pisa: che c’è ne facciamo di Renzi a capo di un partito che non gli va dietro? (che poi sarebbe quello che e’ successo con il Veltroni fase lingotto).

    Personalmente anche io credo che Renzi farebbe meglio a lasciare il baraccone irriformabile del PD, pero’ tutto si puo’ dire di Renzi ma non che abbia un carattere compromissorio (o se c’è l’ ha al momento l’ha nascosto molto bene), se lui vince anche e soprattutto con le ultime regole che un po’ lo penalizzano, avra’ comunque un mandato molto chiaro e primi che vorra’ accompagnare alla porta saranno proprio i vari Fassina.

    A questo sta’ guardando Oscar, visto che al momento alla sua destra e al centro, sta’ regnando la desolazione piu’ totale.

    Sul fatto che Giannino voglia andare a finire nel carrozzone CIGL? dai non scherziamo, e’ come dire che Berlusconi diventa monaco di clausura. Quello che pero’ si puo’ contestare ad Oscar in merito alla questione Renzi PD e’ una scarsa conoscena

  4. FabioG Says:

    scusa mi e’ partito l’ invio per sbaglio…..finisco il discorso.
    dicevo.

    Quello che si puo’ contestare ad Oscar in merito alla questione Renzi PD e’ una scarsa conoscenza dell’ mondo e dell’elettorato di centro sinistra, perche’ altrimenti saprebbe fin da ora una cosa ben precisa: Renzi quelle primarie li non le vincera’ mai! E quindi il problema di un’eventuale alleanza manco si pone. Di questo ne sono piu’ che certo

  5. paolo Says:

    Signori per quanto io possa essere d’accordo che Renzi e Giannino debbano permanere due identità politiche contrapposte per il bene futuro del Paese, altrettanto auspico l’emergenza di una trasversalità pur rimanedo ai loro posti. In questo particolare momento c’è un bisogno estremo di persone preparate,competenti e progettiste, non di politici.
    Chiaramente Fassina & C si dovranno adeguare, altrimenti si accomodino in un areo destinazione Cuba e Corea.

  6. camelot Says:

    Risposta a paolo:
    Paolo, “assieme”, si può appoggiare un governo di larghe intese. Una cosa che auspico. Ma è un’altra roba.

  7. camelot Says:

    Risposta a Fabio:
    Sono d’accordo su tutto. Aggiungo soltanto una cosa. Qui, noi tutti, a causa soprattutto della stampa, e anche di chi come me scribacchia su un blog, stiamo portando avanti un equivoco. Cioè che le primarie servano ad individuare il leader del Pd. E così non è. Le primarie servono solo a scegliere il candidato premier dell’intero centrosinistra.
    Dunque, se anche Renzi le vincesse, il segretario del Pd continuerebbe ad essere Bersani; e Renzi avrebbe margini di manovra ancora più risicati.

  8. nicoletta Says:

    A sentirlo bene, alla fine, sembra che Giannino le idee chiare ce le abbia già: se Renzi vince le primarie, prenderà in seria considerazione l’idea di “stargli vicino” (ho capito bene?) con la creazione di liste da presentare alle elezioni.

    Tra l’altro mi chiedo (e vorrei chiedere a lui): ma bisogna valutare un’eventuale vicinanza a Renzi a primarie vinte? Perché non già ora? Che cambia?

    Insomma: poche idee e molto confuse…

  9. camelot Says:

    Risposta a nicoletta:
    Boh! Attendo una risposta, infatti (che temo non arriverà).

  10. Fabio Bertazzoli Says:

    Mah, io non starei a spaccare il capello per interpretare l’uscita di Giannino su Renzi. Se sentite bene il testo ed il tono dell’intervista mi pare del tutto evidente che il buon Oscar si auguri una vittoria di Renzi per averlo come valido contraddittore.
    Probabilmente l’ultima affermazione di Oscar sarà legata ad un altro ragionamento, ma che ovviamente è prematuro fare: e cioè se Renzi dovesse vincere le primarie e FId, al contrario, non dovesse farcela a raccogliere le firme sufficienti per presentarsi, varrà o no la pena di aiutare Renzi che, da un punto di vista economico, è molto più moderato di tanti sedicenti politici di destra o centro destra? In altre parole, voi voereste Tremonti (che pare si presenti) oppure Renzi?. Probabilmente la poco chiara uscita di Giannino significa solo questo. Detto ciò, so che Giannino sta girando come una trottola (altro che il camper di Renzi!!) e probabilmente non risponde solo perché non avrà nemmeno saputo dell’esistenza della domanda, quindi non arrabbiamoci per questa eventuale omissione!

  11. camelot Says:

    Risposta a Fabio:
    Deve essere chiaro e sciogliere i nodi. Non essere una banderuola. Dica chiaramente cosa gli passa per la testa e perché. Poi ognuno deciderà di conseguenza.
    Inoltre, ‘sta storia del cortteggiamento a Renzi va avanti da mesi.
    Aggiungo, in ultimo, che le primarie servono ad individuare il candidato premier del centrosinistra, non il segretario del Pd; che resterà Bersani anche se dovesse vincerle Renzi.

  12. oscar giannino Says:

    Non c’è alcun bisogno di mettere ultimatum, ma quale settimana, basta un secondo! a me non passa neanche per la testa di entrare nel pd, far liste col pd eccetera eccetera. Mi auguro che vinca Renzi perché con lui candidato premier il pd diventerebbe altra cosa – tanto per cominciare scommetto quel che volete che alcuni “sinistri” se ne andrebbero – e la coalizione di centrosinistra avrebbe un programma non tale da mandarci gli elicotteri del Fmi seduta stante. Col parlamento che si annuncia, pdl evaporato, grillo fin a un quarto dei voti, di pietro e sel etc, il rischio che finiamo dritti all’Argentina è non troppo teorico! ergo mi auguro vinca almeno chi vuol fare un po’ di piazza pulita a casa sua, cosa che a TUTTI gli altri partiti è mancata. Spero di esser stato chiaro, nessun innesto inalturale perché il pd non accetterà mai di abbattere il debito col patrimonio pubblico e di abbassaredi 6m punti a spesa pubblica, o ve lo siete dimenticato, che questo è il nostro mantra? saluti calorosi a tutti e abbracci. og

  13. camelot Says:

    Risposta a Oscar Giannino:
    Ti ringrazio della riposta. Il punto è che non devi smentire qui, e a me che non conto un cavolo, le cose che hai dichiarato ai giornalisti de Il Fatto Quotidiano. Lo devi fare lì dove è opportuno. Sul sito di Fermare il Declino. Dove, se è possibile, dovresti anche chiarire, una volta e per sempre, che non ci si alleerà con alcuno. Perché su questo tema, a quanto pare, hai opinioni diverse a seconda dei giorni: prima dici che con Casini e Fini forse è possibile un’intesa, purché l’Udc tolga il simbolo e rinnovi la classe dirigente; poi dici: “Mai con Fini e Casini”; infine asserisci (pare domenica scorsa ad una manifestazione di Zero Positivo): “Con Fini e Casini è possibile un accordo”. Ecco, siccome Fini e Casini, al pari di Berlusconi e Bossi, Prodi e Bersani, Visco e Tremonti (per non citare i morti), sono responsabili del nostro declino, nemmeno con loro si può interloquire. Meglio far niente che far male.
    In ogni caso, ciò che conta è essere chiari ed evitare ambiguità. Poi ognuno farà le proprie scelte.
    Ciao e in bocca al lupo (e grazie ancora della risposta) 😉

  14. Romperis Says:

    @Camelot Bella la tua risposta ad Oscar. Molto bravo anche Oscar nel suo post. Non ancora capito se Oscar deciderà di rappresentarsi come Napoleone (errore a mio avviso) con il rischio di ritrovarsi Don Chisciotte quando ambisce ad ottenere un 8/10% alle prossime elezioni. Con quelle percentuali …difficile non consegnare il Paese all’ingovernabilità o, peggio, alla sinistra statalista.

  15. francesco grandesso Says:

    Giannino mi ha ulteriormente tranquillizzato sul fatto di non andare col pd ma del resto era già stato abbastanza chiaro sabato a Padova.
    A me preoccupa la potenziale unione con italia futura ossia montezemolo, fini and co

  16. camelot Says:

    Risposta a Romperis:
    Beh, la pseudo destra al governo fino a ieri l’altro, tra leggi illiberali e tasse infinite, ha dimostrato d’essere statalista quanto la sinistra. Inoltre, l’ingovernabilità, ove mai vi fosse, sarebbe imputabile per intero, o innanzitutto, alla legge elettorale cui si lavora nel Palazzo per rimpiazzare il Porcellum, non ad altro.

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