Vendola, praticamente, rivendica ciò che i pubblici ministeri gli contestano come reato

Per i pubblici ministeri che ne hanno chiesto la condanna, Vendola è colpevole di aver fatto riaprire i termini di un concorso e favorito la nomina a primario di una persona. Cose che oggi, intervistato dal Corriere della Sera, egli ha lasciato intendere di rivendicare, e con orgoglio, sostenendo non integrassero un reato:


«Rammento brevemente un fatto. Io sono stato accusato dalla dottoressa Lea Cosentino, Direttore generale della Asl di Bari, di averla pressata perché riaprisse i termini di un concorso. Riaprire i termini di un concorso non è reato. 181.000 concorsi sono stati riaperti negli ultimissimi anni. Io non conoscevo la persona che ha vinto il concorso, non era mia elettore perché partecipava alle cene elettorali per il mio antagonista, Raffaele Fitto, non è mio parente ed anzi è parente di una delle famiglie che io giudiziariamente e politicamente ho contrastato nella mia storia politica a Bari, perché è cognato dei Matarrese, ma è sicuramente uno dei professionisti più eccellenti d’Italia, nel suo campo, tanto che l’inserto Salute del Corriere della Sera dice che il reparto che lui ha organizzato di terapia toracica, è il terzo qualitativamente migliore d’Italia. Gli avvocati della teste d’accusa hanno ritrattato, nel procedimento, le accuse ma, tuttavia, è stata chiesta dai Pm questa condanna, domani un giudice terzo deciderà se io sono innocente o sono colpevole. Qualora io fossi dichiarato colpevole, non avrei alcuna esitazione a ritirarmi non dalle primarie, ma a ritirarmi dalla scena pubblica. Lascerei tutto. Tornerei a vita privata».

Val la pena ricordare, poi, che, in un’altra intervista dell’aprile scorso, aveva detto cose del medesimo tenore:

«Vengo accusato d’aver favorito la nomina di chi è oggi è considerato una delle più importanti autorità scientifiche a livello europeo, e di chi ha il merito d’aver trasformato un reparto che non c’era in un reparto di assoluta eccellenza, un punto di riferimento a livello continentale ed internazionale (…). Io sono sempre intervenuto affinché i concorsi potessero essere fatti all’insegna della trasparenza, avere una platea di partecipanti vera, e potessero veder trionfare il merito. È un po’ – diciamo – strano il fatto che, in Puglia, vincono i più bravi. Questo dovrebbe essere un titolo di merito».



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5 Responses to "Vendola, praticamente, rivendica ciò che i pubblici ministeri gli contestano come reato"

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