Un po’ d’ossigeno per le imprese: arrivano l’Iva per cassa e i pagamenti entro 30 giorni dalla PA

Il governo, finalmente, ne ha fatta una giusta, anzi due.

In primo luogo, per dare seguito ad una direttiva comunitaria che avrebbe dovuto essere recepita entro il 16 marzo 2013, ha stabilito che, a partire dal prossimo gennaio, la Pubblica Amministrazione dovrà pagare i propri fornitori entro 30 giorni. Soltanto gli ospedali e le imprese che forniscono assistenza sanitaria, avranno la possibilità di onorare i propri debiti entro un termine superiore: 60 giorni e solo in casi eccezionali.

Questa norma, si badi bene, andrà a disciplinare, come prescritto dall’Unione Europea, anche i rapporti commerciali tra imprese private. Per quest’ultime, in particolare, è statuito che il termine di pagamento, lo riporta Antonio Ciccia in un articolo apparso ieri a pagina 23 su Italia Oggi (e non disponibile per intero online), «se non diversamente stabilito nel contratto, è di 30 giorni»; tuttavia è ammessa la «libera pattuizione di un termine diverso, di regola, non superiore a 60 giorni»; ma anche da quest’ultimo si potrà derogare, arrivando a fissarne uno «superiore», purché sia «concordato in forma espressa e non gravemente iniquo per il creditore».

Cosa voglia significare «gravemente iniquo per il creditore», lo spiega sempre Ciccia: «La legge considera automaticamente gravemente inique, senza ammettere prova contraria, le clausole che escludono il diritto al pagamento degli interessi di mora e quelle relative alla data di ricevimento della fattura. Sono presunte gravemente inique (ed è quindi possibile la prova contraria) le clausole che escludono il risarcimento dei costi di recupero. In caso di nullità, si verifica la sostituzione automatica delle clausole invalide con la disciplina legislativa».

Il secondo provvedimento adottato dal governo, e che entrerà in vigore a partire dal primo dicembre, è quello relativo alla cosiddetta Iva per cassa: le imprese con fatturato non superiore a 2 milioni di euro, al contrario di quanto siano tenute a fare oggi, potranno versare l’imposta sul valore aggiunto dopo (e non prima di) aver incassato, dai propri clienti, le somme su cui essa va corrisposta.

In tal modo, almeno questo è l’auspicio, 4 milioni e 380 mila imprese potranno rifiatare un po’.

Aggiornamento del 5 novembre.

In merito al recepimento della direttiva Ue sui pagamenti a 30/60 giorni, vi riporto il giudizio espresso da Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia (la sigla nella quale sono confluite Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti):

«Apprezziamo la decisione del Governo che ha mantenuto l’impegno di recepire entro novembre, con la delega contenuta nello Statuto delle imprese, la Direttiva europea che porta a 30/60 giorni i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra Stato, privati e imprese. Cosi si recupera competitività con il resto d’Europa.

Ora anche in Italia avremo finalmente regole chiare per combattere il malcostume dei ‘cattivi pagatori’ che mette in ginocchio le piccole imprese. Il recepimento rigoroso dei principi della Direttiva previsto dal decreto legislativo approvato dal Governo potrà contribuire a risolvere uno dei problemi più gravi che stanno all’origine della mancanza di liquidità degli imprenditori e che addirittura, in questi tempi di credito scarsissimo, ha portato anche alla chiusura molte aziende.

Oggi in Italia i tempi medi di pagamento della Pa e dei privati nei confronti delle piccole imprese sono di 180 giorni e nell’ultimo anno sono aumentati di 44 giorni. Nel nostro Paese i tempi medi di pagamenti sono il doppio della media UE per i pagamenti tra privati e il triplo della media europea nei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Ma numerosi imprenditori devono attendere addirittura anni per essere pagati. È il caso delle Asl che in Calabria impiegano addirittura fino a 793 giorni per pagare le imprese fornitrici di beni e servizi. Agli imprenditori artigiani questi ritardi costano 3,6 miliardi l’anno di maggiori oneri finanziari».

Lo stesso Guerrini, tra l’altro, il 9 ottobre scorso invitava il governo a darsi da fare per introdurre, nel nostro ordinamento, la succitata norma comunitaria:

«Le imprese faranno la loro parte per aumentare la produttività del lavoro. Ma il Governo deve impegnarsi su altri fattori di competitività per il Paese. A cominciare dal recepimento in Italia della direttiva europea che fissa a 30/60 giorni i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra Stato, privati e imprese.

Il recepimento della direttiva sui tempi di pagamento ha urgenza strategica per gli imprenditori perché quello dei ritardi di pagamento è uno dei problemi più gravi che stanno all’origine della mancanza di liquidità e costringe alla chiusura molte imprese».



Tags: ,

Leave a Comment