Nov 12
24
Pdl, primarie senza credibilità
Nel Pdl, una ne fanno e cento ne sbagliano. Si prenda le primarie.
Ammesso si arrivi a celebrarle, non avranno alcuna utilità per il partito; e men che meno serviranno a rivitalizzarne i consensi: in campo, in qualità di aspiranti leader, vi sono solo persone irrimediabilmente compromesse e screditate (o improbabili come Samorì, Proto e la Biancofiore).
Con la sola eccezione del Sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, infatti, i competitor hanno tutti fatto parte, in qualità di ministri o sottosegretari, dell’ultimo esecutivo Berlusconi; contribuendo ai fallimenti di quest’ultimo. Hanno tutti votato le tasse ch’esso ha introdotto (e che hanno scontentato milioni di elettori di centrodestra); le norme illiberali e da Stato di Polizia tributaria che stanno stritolando imprese e cittadini, dal surrogato del “solve et repete” all’ultimo redditometro (con annesso “redditest”); hanno tradito le promesse elettorali e la mission per cui il Pdl era venuto a vita.
A fronte di tali fallimenti, puntualmente registrati dai sondaggi e da numerose consultazioni elettorali, in un partito normale, gente come Alfano, Meloni, Santanché, Crosetto e Galan sarebbe stata gentilmente invitata, dai militanti, a fare un passo indietro: onde evitare di fare ulteriori danni. Siccome il Pdl, però, un partito normale non è, e risulta del tutto privo di un vero e proprio ceto dirigente nonché intellettuale, nessuno al suo interno ha avuto alcunché da eccepire sulla candidatura di questi signori. Il masochismo, evidentemente, non ha limiti.
Al contrario, se in campo fossero scese persone non compromesse con l’esperienza dell’ultimo esecutivo berlusconiano, i mammasantissima del Pdl avrebbero avuto l’occasione di dimostrare ai propri elettori di aver recepito la lezione: ci avete puniti in numerose tornate elettorali amministrative; abbiamo capito di aver male governato il Paese e di non aver affrontato a dovere la crisi economica e ce ne scusiamo; per provarvi il nostro ravvedimento abbiamo deciso, pertanto, di rinnovare radicalmente la classe dirigente del partito e di sottoporla, mediante primarie, al vostro vaglio.
In tal modo, non v’è dubbio, la consultazione popolare sarebbe stata benevolmente accolta dagli elettori: che in essa avrebbero visto un gesto di umiltà e contrizione.
D’altra parte, il partito avrebbe potuto lanciare in pista più di una persona competente e giovane. Penso, oltre al succitato Cattaneo, all’europarlamentare Laura Comi e alla deputata Beatrice Lorenzin (giusto per fare qualche nome). Tutte persone degne di nota, preparate e rispettabilissime.
La discontinuità, a quel punto, sarebbe stata tangibile e avrebbe portato benefici copiosi, in termini elettorali, al partito.
Ma con Alfano e Crosetto in campo, che hanno introdotto 100 miliardi di tasse e fatto incazzare milioni di elettori, l’unico risultato cui possa ambire il Pdl, ragionevolmente, è un sonoro vaffanculo.
L’ennesimo.
P.S. Tra oggi (sabato) e domani, causa spostamento su un nuovo server, il blog potrebbe non essere raggiungibile. Me ne scuso in anticipo.