Non finirà male. Finirà peggio

«L’ottimista non sa quello che l’aspetta. Il pessimista è solo un ottimista informato dei fatti».

Una sola certezza. O questo paese avrà la forza di imboccare il sentiero della serietà, quello che conduce al varo di radicali riforme liberali in economia, quelle che servono a superare i problemi che ci portiamo dietro da trent’anni e che la crisi internazionale ha solo aggravato, o finirà per imboccare inevitabilmente quello che conduce alla deriva autoritaria. Ad oggi, quest’ultimo scenario, ahinoi, è il più probabile.

Il centrosinistra, che se si votasse a febbraio (come vuole Berlusconi) vincerebbe con ampio margine, per come appare sbilanciato a sinistra, per ciò che dichiarano i suoi rappresentanti ogni stramaledetto giorno, il primo sentiero non vuole e non può percorrerlo. Metterà piede a Palazzo Chigi, tra qualche mese, e, more solito, incrementerà in modo pressoché indiscriminato la pressione fiscale, non affronterà il problema dell’eccesso di spesa pubblica rispetto al Pil né quello dell’enorme debito pubblico, non riuscirà a rilanciare la crescita, che anzi sarà ancor più contrassegnata dal segno meno (cioè: negativa), né a favorire il riassorbimento della disoccupazione. È certo. Come il fatto che alla notte segua il giorno.

D’altro canto, se anche le prossime elezioni finissero con un pareggio, se anche si arrivasse a varare un governo di larghe intese o un esecutivo tecnico, cambierebbe davvero poco. Il Pd sarebbe comunque il primo partito della “strana maggioranza” e, ancor più di quanto abbia già fatto in questa legislatura, in verità sempre spalleggiato dagli altri “soci” (Udc e Pdl), si opporrebbe a drastici tagli alla spesa corrente e al varo di riforme di sistema. È fuori discussione. (Ciò che viene erroneamente definito centrodestra, ovvero la coalizione socialdemocratica formata dal Pdl e dalla Lega, essendo morto, per rispetto, i defunti lo meritano sempre, qui non verrà nemmeno citato).

La prossima legislatura, si accettano scommesse, finirà anzitempo, nel 2015-2016: il Paese non avrà risolto nemmeno uno dei suoi infiniti problemi, sarà sommerso dal caos e attraversato ogni giorno da proteste viepiù “scomposte”, e Grillo, che nel frattempo avrà già “occupato” il Parlamento grazie al voto di milioni di italiani non si sa fino a che punto capaci di intendere e di volere, si preparerà, stante l’ennesimo fallimento di cui le forze politiche “tradizionali” avranno dato prova, a raccogliere consensi ancor più consistenti e, magari, tali da garantirgli la possibilità di governare la Nazione.

Il giornalismo tutto, quello della carta stampata ma soprattutto quello dei talk show televisivi (da Ballarò a L’Ultima Parola, da Servizio Pubico a Piazza Pulita), che già oggi sparge null’altro che demagogia a basso prezzo e buona per il popolino incolto, invece di fare informazione e spiegare ai cittadini donde originino le nostre difficoltà, avrà contribuito, d’altra parte, ancor più ad instillare false convinzioni (la crisi è colpa del liberismo), superstizioni (se uscissimo dall’Euro avremmo risolto tutti i problemi), ad indicare “falsi nemici” (i ricchi, i banchieri, gli speculatori e via cazzeggiando), e preparato il terreno fertile per l’avvento dell’Uomo Forte: il Duce, autoritario a “cháveziano” fin nel midollo, Beppe Grillo.

Chi pensa che qui si esageri, povero sciocchino, farebbe bene, se ha il dono della Fede, ad accendere un cero alla Madonna e a pregare perché quanto qui si è detto non abbia mai a tradursi in fatti.

Il sottoscritto, che ringraziando Iddio non ha il dono della Fede, invece, molto più prosaicamente continuerà a sperare (altro non gli resta) che Fermare il Declino riesca ad entrare in Parlamento; e che, prima delle elezioni del 2013, soprattutto, l’Italia chieda di poter accedere al cosiddetto “Fondo salva stati” acciocché venga commissariata ed obbligata a fare ciò che è giusto e di cui ha assoluto bisogno. Ovvero le riforme radicalmente liberali in economia di cui si parlava in principio.

In bocca al lupo a tutti e un consiglio. Rinnovate il passaporto (potrebbe tornarvi molto utile e salvarvi la ghirba).



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