Tanti Casini per Monti. Che non ne azzecca una

C’è maretta nello schieramento centrista e neodemocristiano: Casini e Monti sono ai ferri corti.

Ad avere il dente avvelenato è soprattutto il leader dell’Udc: mal sopporta l’atteggiamento di sufficienza, condiviso anche dagli esponenti di Scelta Civica, che il Professore ha nei suoi riguardi. Si sente trattato come un pària, un appestato. Il Bocconiano non lo consulta, fa di testa propria, sceglie la linea in perfetta solitudine o, al massimo, concertandola con il proprio entourage. Insomma, Casini, che pure si era speso parecchio per sostenere Monti, ora si sente da questi trascurato.

C’è poi un’altra questione che impensierisce, e non poco, il canuto bolognese: il rassemblement montiano, sin qui, non è riuscito a sfondare. I sondaggi registrano consensi ben al di sotto delle aspettative e tali da rendere chimerica l’ipotesi ch’esso possa incidere significativamente sugli equilibri politici della prossima legislatura. C’è il rischio, addirittura, ch’esso venga superato anche dal Movimento 5 Stelle.

Come se non bastasse, la lista del Professore, Scelta Civica, non solo non è riuscita a sottrarre, almeno sino ad ora, nemmeno un elettore al Cavaliere, ma è andata a raccogliere consensi soprattutto tra i sostenitori dell’Udc: che, se fino a due mesi fa veleggiava stabilmente tra il 5,6 ed il 6%, oggi oscilla tra il 3,9 ed il 4,3%. Si può immaginare quanta gioia procuri a Casini questa circostanza.

È per questo insieme di ragioni che il leader dell’Udc, stando a ciò che scrivono i “retroscenisti”, avrebbe maturato la convinzione di smarcarsi, sia pur gradualmente, dal Bocconiano. E in parte ha iniziato a farlo.

Innanzitutto, comunicandogli che, se la coalizione che capeggia dovesse fermarsi sotto il 15%, cosa più che probabile, il risultato sarebbe da considerarsi insoddisfacente. Un modo garbato e democristiano per fargli sapere che, in quel caso, la relazione di amorosi sensi che li unisce, cesserebbe; e che il dominus della coalizione, pertanto, non sarebbe più lui. In secondo luogo, facendo presente che al Senato, dove pure l’Udc corre sotto le insegne della Lista unica per Monti, egli riuscirà ad eleggere almeno dieci candidati. Quanti ne bastano, cioè, per costituire un gruppo autonomo ed avere le “mani libere”. Non proprio ammonimenti accomodanti, diciamo.

La sensazione è che la coalizione montiana, dopo il voto, e se l’esito di quest’ultimo non fosse positivo, andrà progressivamente sgretolandosi. Esattamente come già avvenuto con il Terzo Polo. D’altra parte, Casini è pur sempre un democristiano: l’unico matrimonio che gli stia a cuore, è quello d’interessi.

Il Professore, d’altro canto, sin qui non ne ha indovinata una: la politica non è il suo pane e lo si intuisce appieno.

Non solo ha irritato l’alleato scudocrociato, creando attriti ed incomprensioni che mai dovrebbero contrassegnare una campagna elettorale, ma poi si è mostrato alquanto goffo, in più di una circostanza, non riuscendo ad entrare in sintonia con larga parte dell’elettorato. E cumulando, per di più, gaffe su gaffe. Cosa che gli ha impedito di risultare credibile.

In principio andava asserendo fosse un “pifferaio magico” chi, come Berlusconi, prometteva di voler abbattere le tasse, in particolare l’Imu: «Un altro modo per dissipare i sacrifici fatti è promettere di togliere l’Imu, è bellissimo, anche promettere di ridurre altre tasse e introdurre il concetto che pagare le tasse è farsi mettere le mani dello Stato nelle proprie tasche. Se si farà senza grandissime altre operazioni di politica economica un provvedimento come questo, chi verrà a governare un anno dopo dovrà rimettere un’Imu doppia» (23 dicembre).

Poi, invece, tutto d’un tratto ha cambiato idea. Ha acquistato un liuto e iniziato ad intonare codesta melodia: «Giù l’Imu dal 2013 e Irpef e Irap dal 2014. Più detrazioni su prima casa e figli». Insomma, e per dirla à la francese, a “cazzaro”, “cazzaro e mezzo”.

Il vero limite del Segaligno dalla voce robotica, tuttavia, risiede nella sua intima incapacità di scaldare i cuori della italica gente. Freddo e algido come un freezer, ha perciò provato a sbrinarsi in ogni modo. Financo mostrandosi “umano” e perciò interessato a cose oltremodo frivole: i social-network.

Naturalmente, con esiti disastrosi.



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