Lug 13
8
Speditamente verso il baratro
Speditamente volgiamo verso il baratro. Senza tentennamenti.
Si consideri, ad esempio, le misure in materia di lavoro varate dal governo Letta.
Esse avrebbero dovuto mandare in soffitta la recente riforma Fornero; rendere nuovamente più agevoli le “assunzioni precarie” onde favorire il più possibile il riassorbimento della disoccupazione (arrivata a livelli drammatici); e magari introdurre, per un arco di tempo limitato, diciamo cinque anni, nuove figure contrattuali ancora più precarie. Invece, siccome i nostri politici sono pregni di ideologismo, e delle dinamiche fattuali se ne impipano altamente, hanno deciso di limitarsi a correggere marginalmente quella pessima riforma (lasciandone intatto, complessivamente, il disegno). E pazienza se milioni di giovani, oggi disoccupati, a causa di questa scelta, folle ed immorale, continueranno a restare senza lavoro per molti lustri ancora. Pazienza. (Di seguito una tabella che indica i tassi di disoccupazione di 30 paesi Ocse: lì dove più alta è la flessibilità in entrata, più bassa è la disoccupazione; e viceversa).
Allo stesso modo, l’esecutivo ha messo sul piatto all’incirca 225 milioni l’anno per favorire, mediante sgravi alle imprese, l’assunzione a tempo indeterminato di giovani (disoccupati) con meno di trent’anni. Il premier Letta, nel commentare codesto provvedimento, ha asserito ch’esso porterà all’assunzione di 200.000 persone. E pazienza se, come ha sottolineato il professore Tito Boeri, si tratti di un’affermazione completamente destituita di fondamento:
«Ogni anno sarebbero cosi disponibili al massimo 225 milioni di euro. I salari medi lordi di giovani con meno di 30 anni sono di 19.768 euro. In termini di costo del lavoro per il datore del lavoro, questo significa 24 mila euro. Il 33 per cento di tale importo è pari a 8 mila euro (oppure a 674 euro per 12 mensilità). La legge prevede però che lo sgravio non possa essere più di 650 euro mensili. Quindi il vincolo è stringente. Dunque, dividendo i 225 milioni per 7.800 (650 x 12) si ottengono 28.846 posti di lavoro. Siamo ben lontani dai 100 mila e ancor più dai 200 mila».
Ventottomila posti di lavoro, nella migliore delle ipotesi. E pazienza se i disoccupati, in questo istante, siano più di tre milioni.
Continuate così, mi raccomando.