L’IPCC ammette: sul riscaldamento globale abbiamo preso fischi per fiaschi

La notizia l’ha data, un paio di giorni fa, il quotidiano britannico The Telegraph (riprendendola dal Daily Mail); e, naturalmente, è stata completamente ignorata dai nostri giornali.

In un rapporto, frutto di sei anni di lavoro e che sarà reso di pubblico dominio a fine mese e di cui per ora è circolata solo una bozza, gli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il gruppo intergovernativo di studio sui cambiamenti climatici facente capo alle Nazioni Unite, ammettono di aver preso fischi per fiaschi. Ovvero: di aver ecceduto con le previsioni catastrofistiche riguardanti il cosiddetto riscaldamento globale. Vediamo, allora, cosa è emerso.

Innanzitutto, la temperatura terrestre, dal 1951, starebbe crescendo ad un ritmo di 0,12 gradi centigradi a decennio, e non di 0,13 come era stato asserito in un precedente rapporto del 2007 (considerato la “Bibbia”).

In secondo luogo, gli scienziati dell’IPCC finalmente ammettono ciò che altri studiosi sostenevano da tempo: esiste sicuramente una componente naturale, ovvero spontanea, e dunque non dovuta all’attività dell’uomo, nel surriscaldamento del pianeta; solo che i modelli matematici, sin qui utilizzati, non riescono a misurarne l’impatto.

In particolare, lor signori avrebbero scoperto che, ben prima della rivoluzione industriale, tra il 950 ed il 1250 dopo Cristo, durante quella che viene definita l’Anomalia Climatica Medievale (Medieval Climate Anomaly), alcune parti della Terra sarebbero state calde, per decenni, esattamente come lo sono ora. Per ragioni, evidentemente, del tutto naturali.

Inoltre, nel precedente rapporto (del 2007) si prevedeva una drastica contrazione dei ghiacciai nell’Antartico; ma, come scrive il Telegraph, «l’ultimo documento non spiega perché quest’anno sono a un livello record» (si guardi le immagini seguenti, catturate dai satelliti della Nasa).

Nel rapporto del 2013, in proposito, si legge: «La più parte dei modelli simulano una piccola tendenza alla diminuzione nell’estensione dei ghiacci dell’Antartico, in contrasto con la piccola tendenza all’aumento che risulta dalle osservazioni».

Quanto agli uragani, che nella precedente analisi si prevedeva dovessero aumentare in numero e in violenza, nell’ultimo rapporto non vengono nemmeno citati.

Uno degli autori del documento, il professor Myles Allen, direttore del Climate Research Network della Oxford University, sostiene che sia sbagliato guardare agli studi elaborati dall’IPCC come se si fosse al cospetto della Bibbia:

«È una fantasia completa pensare che sia possibile redigere un’infallibile, o quasi infallibile, analisi. Non è una Bibbia, si tratta di un esame scientifico».

E, talvolta, può contenere un mare di inesattezze.

Da leggere, sull’argomento, anche: Contrordine, compagni: la CO2 non c’entra una mazza col riscaldamento globale che, per inciso, manco esiste. Parola di James Lovelock, padre dell’ipotesi Gaia; e Riscaldamento globale? Senz’altro! I dati mostrano che da 15 anni la temperatura del pianeta non aumenta.

[H.T. Andrea Benetton]



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