Gen 14
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Negli ultimi 15 anni tutti i paesi dell’area Euro hanno visto crescere il Pil pro capite. Tranne l’Italia
Delle due, l’una. O l’Euro è frutto di un complotto demo-Pluto-Pippo&Paperino-giudaico-massonico ordito solo contro l’Italia (non ridete), o, come qui si dice spesso e volentieri, il problema siamo noi, ovvero l’eccesso di spesa pubblica, tasse e debito che ci trasciniamo dietro da decenni e che frena, inesorabilmente, la nostra crescita. («La seconda che hai detto»).
Tertium non datur, come attestano i seguenti grafici pubblicati da The Economist e che documentano come, negli ultimi tre lustri, la ricchezza pro capite di tutte le altre nazioni dell’area Euro sia aumentata.
Dal 1999 al 2014, il Pil pro capite è cresciuto del 21,3% in Germania, del 20,9 in Finlandia, del 10,7 nella area Euro a 12, del 10% nei Paesi Bassi, del 9,3 in Francia, dell’8,7 in Spagna, del 2,7 in Grecia, dello 0,8 in Portogallo. Solo in Italia, invece, è diminuito del 3%.
Giova ricordare, però, che:
1) Il Pil italiano cresce meno di quello medio dei paesi Ocse dal 1983 (cioè da quando l’Euro non era ancora nemmeno in programma).
2) Che la nostra spesa pubblica, in rapporto al Pil, è superiore a quella media dei paesi intra ed extra europei dal 1987 (l’Euro non c’era); e che, in ragione di ciò, visto che le tasse servono a finanziare la spesa, la pressione fiscale nostrana, con l’eccezione degli anni 2000 e 2005, dal 1998 è superiore a quella media europea e dell’area Euro.
Possiamo prendercela solo con noi stessi.