Il piano fiscale di Renzi: rendite finanziarie tassate al 23% (dal 20 attuale) e nuova aliquota Irpef al 45%

Si tratta solo di indiscrezioni (pertanto vanno prese con cautela).

Renzi, coadiuvato da Filippo Taddei e Yoram Gutgeld, sta lavorando al piano fiscale preannunciato qualche giorno fa. Vediamone i dettagli.

L’obiettivo primario è quello di ridurre il prelievo a carico delle fasce di reddito più basse, quelle dei primi due scaglioni Irpef. E dovrebbe essere conseguito sia attraverso un incremento delle detrazioni sia mediante una riduzione delle aliquote. Così ne ha parlato il renziano Graziano Delrio:

«Il tema è far ripartire i consumi interni e mettere soldi nelle tasche dei ceti medio-bassi. I nostri consumi interni sono troppo bassi e lavoriamo per aumentare le detrazioni dall’Irpef su aliquote basse fino ai 25 mila euro di redditi lordi. In modo che una persona che guadagna 1200 euro netti abbia a fine anno 4-500 euro in più, una sorta di mezza tredicesima».

Allo stesso modo, per i redditi fino a 55.000 euro, potrebbe essere presa in considerazione, anche se appare poco probabile, una limatura dell’aliquota dal 38 al 35%. Accanto a questo, Renzi vuole ridurre l’Irap nella misura del 10%.

Come verrebbero finanziati questi interventi? Qui arrivano le note dolenti.

Innanzitutto, lo staff democrat pare intenzionato a dare il via libera ad un aumento del prelievo sulle rendite finanziarie (fatta eccezione dei Buoni del Tesoro), che dovrebbe passare dal 20 al 22-23%. Poi si starebbe considerando l’ipotesi di introdurre una sesta aliquota Irpef, del valore del 45%, che colpirebbe i redditi (nella parte) oltre i 120.000 euro. In ultimo, una piccola parte della “copertura” deriverebbe da tagli di spesa (ancora da quantificare).

Si tratta di indiscrezioni, lo abbiamo premesso. Tuttavia, se Renzi intende raggiungere i propri obiettivi torchiando ulteriormente il ceto medio-alto, che già paga tasse più che in qualunque altra parte al mondo (o quasi) e dal 2011 ad oggi è stato il destinatario di quasi tutti i provvedimenti di inasprimento fiscale, e non tagliando draconianamente la spesa lì dove è ampiamente possibile, farebbe bene a non affezionarsi troppo a Palazzo Chigi.

Potrebbe restarvi per non più di tre mesi.



Tags: ,

Leave a Comment