Mar 14
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Marianna Madia, la diversamente progressista
Di Marianna Madia, neo ministro alla Pubblica Amministrazione e alla Semplificazione, si sa tutto; anche perché c’è davvero poco da sapere: fu Veltroni a scoprirla e ad offrirle la prima candidatura alle Politiche (nel 2008); Letta a darle un’occupazione spalancandole le porte della propria fondazione; D’Alema a volerla accanto a sé in Parlamento per iniziarla alla vita del Palazzo. Fine della storia.
Nondimeno, qualcosa di lei è poco noto quantunque sia molto interessante ed utile per inquadrarla:
«Io sono cattolica praticante, e credo che la vita la dà e la toglie Dio, noi non abbiamo diritto di farlo. Certo è che anche per esperienza personale mi sono resa conto di quanto sia sottile la linea di demarcazione tra le cure a un malato terminale e l’accanimento terapeutico nei suoi confronti. Quindi dico no all’eutanasia ma penso che l’oltrepassamento di quella linea sottile vada giudicato – in certi casi – da un’équipe di medici; comunque non dal diretto interessato o dai suoi parenti.
Personalmente quando parlo di famiglia, e della sua relativa tutela, mi riferisco a quella che sta nella costituzione.
La libertà personale va rispettata sempre, per cui se due persone decidono di assumere pubblicamente diritti e doveri reciproci devono essere tutelate dalla legge. Ma certo è che se si parla di famiglia io penso a un uomo e una donna che si sposano e fanno dei figli. Scegliendo per la vita».
Ecco. Resta da capire in cosa sia diversa da Giovanardi, Quagliariello e Roccella.